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“Se parli ti uccido”: picchiata e stuprata finisce in ospedale con emorragia cerebrale, un arresto

Le botte e la violenza sessuale a marzo a Genova. La giovane donna ha denunciato e, dopo due mesi, il presunto responsabile è stato arrestato. La giudice ha definito la condotta dell’uomo “di brutale e inaudita violenza che denota l’incapacità assoluta di controllo e la pericolosità sociale dell’indagato”.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio
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Un uomo è stato arrestato a Genova con l’accusa di violenza sessuale aggravata, lesioni gravissime e minacce. Si tratta di un operaio di 31 anni del posto ritenuto responsabile dello stupro di una giovane donna di 25 anni avvenuto due mesi fa a Genova.

Una donna che l'aguzzino aveva conosciuto in un locale: lei era lì con le sue amiche per festeggiare la Festa della Donna e si era convinta che lui – che l’aveva invitata a ballare e che le sembrava un uomo “gentile” – volesse solo riaccompagnarla a casa.

E invece al tassista l'uomo avrebbe dato l’indirizzo di un casolare sulle alture di Genova dove la giovane donna è stata minacciata, picchiata e violentata. Il racconto che lei ha fatto poi al giudice è stato straziante.

“Se non ci stai faccio a pezzi il tuo cadavere”, l’avrebbe minacciata l’uomo. Poi le botte, la testa che sbatte contro il muro, la violenza sessuale, gli insulti. “Se parli ti ammazzo”, le diceva.

Alla fine l'ha lasciata andare, ma prima ha preso la sua carta d'identità e ha fotografato l'indirizzo: "Così so dove abiti, se parli ti vengo a cercare". Una volta a casa, la giovane donna si è sentita male e ha chiamato il 112.

Portata in ospedale, le hanno riscontrato le lesioni da stupro ma anche un'emorragia cerebrale e la frattura dell'orbita e altre lesioni. Una emorragia cerebrale che l'ha costretta in ospedale per un mese.

Ma grazie alla sua denuncia, la giudice per le indagini preliminari di Genova dopo due mesi ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il presunto aggressore, che ora si trova nella casa circondariale di Marassi.

Le parole della vittima e la testimonianza del tassista sono state centrali per le indagini coordinate dalla procura di Genova e condotte dalla polizia del Commissariato di Genova Prè. La giudice ha definito la condotta dell'uomo "di brutale e inaudita violenza che denota l'incapacità assoluta di controllo e la pericolosità sociale dell'indagato".

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