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Schmidt (Uffizi): “Contro Ferragni critiche sessiste. Vogliamo avvicinare i giovani all’arte”

Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi, spiega le ragioni della collaborazione con Chiara Ferragni: “Le nostre collezioni appartengono soprattutto alle giovani generazioni. Se i giovani non stabiliscono oggi una relazione col patrimonio culturale, è improbabile che in futuro, quando saranno loro i nuovi amministratori, vorranno investire in cultura”.
A cura di Davide Falcioni
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Chiara Ferragni agli Uffizi di Firenze? Un'operazione volta ad avvicinare anche i più giovani ai grandi capolavori del Rinascimento. È questo il senso dell'intervento di Eike Schmidt, direttore dei musei fiorentini, che in un'intervista a Repubblica ha spiegato le ragioni della collaborazione con la nota influencer, fotografata nei giorni scorsi davanti alla “Nascita di Venere” di Botticelli in uno scatto condiviso sui social del museo: “Siamo stati fra i primi musei a sbarcare su TikTok e oggi in molti, nel mondo, ci stanno seguendo. In generale, quello dei giovani è un problema che ci ponevamo anche prima, per esempio quando abbiamo invitato le star del festival Firenze Rocks a visitare i nostri musei. Il nostro obiettivo, però, non è soltanto economico. Noi abbiamo una visione democratica del museo: le nostre collezioni appartengono a tutti, non solo a un’autoproclamata élite culturale, ma soprattutto alle giovani generazioni. Anche perché, se i giovani non stabiliscono oggi una relazione col patrimonio culturale, è improbabile che in futuro, quando saranno loro i nuovi amministratori, vorranno investire in cultura. Per questo è importante usare il loro linguaggio, intercettare la loro ironia e il loro potenziale creativo”.

Ieri ed oggi … I canoni estetici cambiano nel corso dei secoli. L’ideale femminile della donna con i capelli biondi e la pelle diafana è un tipico ideale in voga nel Rinascimento. Magistralmente espresso alla fine del '400 da #SandroBotticelli nella Nascita di #Venere attraverso il volto probabilmente identificato con quello della bellissima Simonetta Vespucci, sua contemporanea. Una nobildonna di origine genovese, amata da Giuliano de’Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico e idolatrata da Sandro Botticelli, tanto da diventarne sua Musa ispiratrice. Ai giorni nostri l’italiana Chiara Ferragni, nata a Cremona, incarna un mito per milioni di followers -una sorta di divinità contemporanea nell’era dei social – Il mito di Chiara Ferragni, diviso fra feroci detrattori e impavidi sostenitori, è un fenomeno sociologico che raccoglie milioni di seguaci in tutto il mondo, fotografando un’istantanea del nostro tempo. 🌍ENG: Beauty standards change in the course of time. The female ideal of a blonde- haired woman with diaphanous skin is a very common beauty model in the Renaissance. Masterfully expressed by the Florentine Sandro Botticelli in The birth of Venus maybe portraying the face of one of his contemporary, Simonetta Vespucci. A beautiful noble woman, of Genoese origin, beloved by Giuliano de’ Medici, the younger brother of Lorenzo the Magnificent ; she was so worshiped by Sandro Botticelli that she became his muse. Nowadays, Chiara Ferragni, born in Cremona, embodies a role model for millions of followers – a sort of contemporary divinity in the era of social media – The myth and the story of Chiara Ferragni, argued by harsh critics and supported by faithful fans, is a real sociological phenomenon that involves millions of supporter worldwide and it can undoubtedly be considered a snap-shot of our time.

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Insomma, secondo il direttore della Galleria degli Uffizi la collaborazione con Chiara Ferragni non è finalizzata solo a "staccare" più biglietti ma a sensibilizzare ragazzi e ragazze al patrimonio culturale italiano. "Le stories di Chiara Ferragni sugli Uffizi hanno avuto 550 mila apprezzamenti in poche ore, per lo più da persone che per la prima volta stabilivano una relazione emozionale col nostro patrimonio. E sotto il nostro post, nell’arco di 24 ore, abbiamo avuto 2 mila critiche, ma anche 30 mila like: se fosse una partita di calcio, sarebbe finita con un 15 a 1”. Tuttavia “gli Uffizi non hanno bisogno di Chiara Ferragni, né Chiara Ferragni degli Uffizi. L’importante è creare un crossover, innescare un confronto”. Secondo Eike Schmidt molte delle critiche sono figlie del maschilismo. “Non dico che tutte le critiche siano state sessiste: ce ne sono state anche di assolutamente costruttive, e su queste ultime sarebbe interessante costruire un dibattito. Ma c’è stata anche tanta superficialità e, cosa che ritengo più grave, una valanga di commenti sessisti contro una donna che si è fatta da sola. Commenti in cui ho letto tanta invidia sociale antipatica e preoccupante soprattutto, devo dirlo, da parte degli italiani”.

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