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Sardegna, istituito reddito di libertà di 780 euro per donne vittime di violenza domestica

La Regione Sardegna ha istituito il Reddito di Libertà, una misura di sostegno destinata alle donne vittime di violenza domestica che, nel mentre dell’erogazione, si dedicheranno alla ricerca di un lavoro o alla formazione in vista di un’occupazione. Il sussidio ammonta a 780 euro a testa, con l’aggiunta di 100 in caso di disabilità o 200 se ha figli con disabilità. La donna riceverà anche il rimborso delle spese legali, l’accesso a un corso di formazione professionale, l’inserimento nel mondo del lavoro e il sostegno per l’autonomia abitativa.
A cura di Daniela Brucalossi
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Spesso le donne vittime di violenza domestica non denunciano gli abusi perché non possiedono le risorse per farlo o non hanno un’indipendenza economica. Da oggi in poi, la Regione Sardegna verrà in loro aiuto: ha infatti istituito il Reddito di Libertà, una misura di sostegno destinata a quelle che, nel mentre dell'erogazione, si dedicheranno alla ricerca di un lavoro o alla formazione in vista di un’occupazione. Il sussidio ammonta a 780 euro per ogni donna, con l’aggiunta di 100 euro in caso di disabilità o 200 se ha figli con disabilità.

Il reddito, che sarà percepito per un minimo di un anno e per un massimo di tre, sarà assegnato valutando una serie di criteri: stato di salute, mentale e fisica, eventuale gravidanza, livello di scolarizzazione e tempo di permanenza all’interno di una casa di accoglienza.
Inoltre, se la donna dovesse essere ammessa alla platea di coloro che percepiscono questo reddito, riceverà anche il rimborso delle spese legali e degli spostamenti necessari per sfuggire alla violenza, l’accesso a un corso di formazione professionale, la garanzia di continuità scolastica per la vittima e i figli, l’inserimento nel mondo del lavoro e il sostegno per l’autonomia abitativa.
Al sussidio possono accedere non solo le vittime di violenza certificata dai Servizi sociali dei Comuni, ma anche le donne che si sono rivolte direttamente ai Centri antiviolenza.

La delibera attua una legge approvata dal Consiglio regionale nel 2018, quindi durante la precedente legislatura di centrosinistra. La proposta di legge aveva le firme di Alessandra Zedda (Forza Italia), Anna Maria Busia (Cd), Rossella Pinna (Pd) e Daniela Forma (Pd).
“È un provvedimento importante e di grande civiltà perché restituirà a tante donne il coraggio per rompere condizioni di maltrattamento, subalternità e oppressione psicofisica. Un esempio di come dinanzi a problemi così urgenti e seri sia possibile dare risposta condivisa ed efficace al di là delle appartenenze politiche”, ha commentato Rossella Pinna, consigliera dell’attuale opposizione.
“Con la prossima Finanziaria cercheremo di potenziare la legge, soprattutto nelle misure di collegamento con la prevenzione”, ha informato Alessandra Zedda, assessora del Lavoro e vicepresidente della Giunta regionale di centrodestra guidata da Christian Solinas.

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