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Santina, morta dopo il parto a Cetraro: ministro Grillo invia ispettori in ospedale

Santina Adamo, trentacinque anni, è morta nell’ospedale di Cetraro, sulla costa tirrenica cosentina, a seguito di una complicazione seguita al parto. La Procura ha aperto un’inchiesta. Intanto il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha disposto l’invio della task force, composta da dirigenti del ministero della Salute, Iss, Agenas, Carabinieri del Nas e un delegato delle Regioni.
A cura di Susanna Picone
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In seguito alla tragica vicenda di Santina Adamo, la donna di trentacinque anni morta due giorni fa in ospedale a Cetraro dopo aver partorito, nell’ospedale della provincia di Cosenza il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha disposto l'invio della task force, composta da dirigenti del ministero della Salute, Iss, Agenas, Carabinieri del Nas e un delegato delle Regioni. “Abbiamo il dovere di accertare – si legge in una nota del ministero – come sia stato possibile che una donna di 35 anni, già mamma di un bimbo, abbia potuto perdere la vita dopo aver messo al mondo il suo bambino, che per fortuna sta bene, ma crescerà senza la madre. Anche la magistratura ha avviato le sue indagini, ma noi come ministero dobbiamo fare la nostra parte. Lo dobbiamo alla vittima e alla sua famiglia che oggi la piange. Ma lo dobbiamo anche alla Calabria a cui è rivolto il nostro massimo impegno perché torni ad avere una sanità degna di questo nome”.

Santina morta poco dopo aver dato la vita a suo figlio – Santina "Tina" Adamo, di Montalto Uffugo (Cosenza) già mamma di un bambino di tre anni, era arrivata in ospedale da Fuscaldo, dove era in vacanza con la famiglia, per partorire. A quanto ricostruito, il parto naturale è andato bene, il bambino fortunatamente sta bene, ma subito dopo la mamma ha avuto una forte emorragia e purtroppo ogni sforzo di salvarla è stato inutile. È morta meno di tre ore dopo aver dato la vita al suo bambino. Dopo il decesso della giovane mamma, i familiari hanno sporto denuncia ai carabinieri. Le indagini coordinate dalla procura della Repubblica di Paola dovranno chiarire l'esatta dinamica dei fatti. Mentre la magistratura lavora per accertare eventuali responsabilità penali, gli esperti della sanità avranno il compito di capire se la morte della giovane abbia a che fare con procedure errate o una riorganizzazione sanitaria inappropriata. I fatti, secondo una prima ricostruzione dei quotidiani locali, avrebbero messo in evidenza l'assenza di un chirurgo in sala operatoria la notte della tragedia e la presenza di una sola sacca di sangue compatibile con la paziente nella struttura.

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