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Rimini, per i medici è una cisti ma scopre che è un tumore maligno al seno: morta 50enne

Dramma a Rimini, dove una donna di 50 anni, mamma di una bambina di 10, è morta per una diagnosi sbagliata: quella che per il medico era una cisti benigna al seno si è rivelata essere un tumore aggressivo con metastasi anche al cervello che l’ha uccisa nel giro di poche settimane. Aperta un’indagine per omicidio colposo: “Se fosse stato diagnosticato prima il cancro, si sarebbe potuta salvare”.
A cura di Ida Artiaco
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I medici le avevano diagnosticato un banale cisti, che però si è rivelata essere un tumore maligno al seno che ha ucciso una donna di 50 anni di Rimini, madre di una ragazzina di 10 anni, nel giro di poche settimane. Per questo è stata aperta una inchiesta per omicidio colposo dopo che la famiglia della paziente ha presentato un esposto in Procura. La donna, secondo quanto riportato dai suoi cari, si sarebbe sottoposta ad una visita di routine, indispensabile però per lei dal momento che già sua madre era madre era deceduta a causa della stessa patologia quando aveva per altro la sua stessa età. Ma il medico di Bologna, al quale si era rivolta, ha quasi certamente sottovalutato quel nodulo che era emerso in mammografia e la riminese è morta pochi mesi dopo.

Nelle carte presentate dalla famiglia della 50enne, supportata dall'avvocato Roberto Giannini, c'è anche la perizia medica compiuta dal professor Vincenzo Canzonieri, responsabile di Anatomia patologica ad indirizzo oncologico del Centro Oncologico di Aviano, il quale avrebbe pochi dubbi: "Se fosse stato diagnosticato prima il tumore, la donna si sarebbe potuta salvare". E ora la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo per responsabilità medica con lo specialista già iscritto nel registro degli indagati". Secondo quanto ricostruito, l'incubo della donna è cominciato a giugno del 2018, quando si era rivolta ad un medico di Bologna per una visita di controllo dato che aveva familiarità con questo tipo di patologia. Dopo un’ecografia, che ha evidenziato la presenza di un nodulo, il medico ha deciso di inviare la paziente a fare una mammografia, che è stata effettuata in un'altra struttura. Lo stesso radiologo ha consigliato di effettuare un esame istologico. La donna è tornata dallo specialista che però non ha seguito l’indicazione del radiologo perché per lui si trattava di una semplice cisti benigna. Ma le sue condizioni hanno cominciato a peggiorare. Dopo qualche mese, ai primi di dicembre dell’anno passato, è tornata ancora una volta dal professore bolognese che si è limitato a prescriverle antibiotici ma il quadro clinico è precipitato e alla donna a fine dicembre le è stato diagnosticato un tumore maligno ad alto grado di aggressività e la presenza di metastasi diffuse ad altri organi, fra i quali il cervello.

Nel giro di un mese, il 21 gennaio 2019, il suo cuore ha cessato di battere. Il marito della donna, rimasto da solo con la figlia di 10 anni, ha deciso di chiedere giustizia e di voler sapere la verità sulla morte della moglie. Così, ha depositato in Procura a Rimini la querela per omicidio colposo per responsabilità medica. "Vogliamo giustizia – ha detto la famiglia tramite il legale, Roberto Giannini – vogliamo sapere se esiste una responsabilità medica e, se questa verrà accertata, che chi ha sbagliato paghi davvero. Nessuno potrà mai restituire una madre a una bambina di dieci anni".

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