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“Resta con me e chiama la polizia”, 11enne in lacrime ferma passante e fa arrestare il padre violento

La scena tra le strade di Torino ha portato a galla una sequenza di violenze contro il minore che andavano avanti da tempo. Decisivo l’intervento del passante che ha deciso di non girarsi dall’altra parte ma di intervenire chiamando i carabinieri.
A cura di Antonio Palma
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Un padre infuriato e minaccioso che prendeva a calci il furgone in panne e un bambino di 11 anni in lacrime picchiato senza alcun motivo dal genitore. È la scena che si è trovato di fronte tra le strade di Torino un passante che ha deciso di non girarsi dall’altra parte ma di intervenire. Un gesto che si è rivelato decisivo per portare a galla e porre fine a una sequenza di violenze contro il minore che andavano avanti da tempo.

Come ricostruisce La Stampa, infatti, quando lo ha visto avvicinarsi, il ragazzino ha trovato la forza e il coraggio di chiedere aiuto senza farsi sentire dal padre. “Chiama la Polizia e resta con me finché non arriva. Ti chiedo scusa se mio padre è ubriaco” è stata la richiesta di aiuto del minore detta sottovoce allo sconosciuto.

Era la tarda serata di giovedì scorso quando l’uomo, di fronte alle violenze sul bambino, insultato e raggiunto da calci e pugni allo stomaco, si è subito attivato chiamando i carabinieri mentre faceva finta di aiutare il padre col furgone bloccato, cercando i cavi della batteria in auto. Sul posto, in mezzo a un parcheggio, è intervenuto subito un equipaggio dei carabinieri ma anche di fonte ai militari l’uomo quarantenne non si è placato e anzi ha iniziato a minacciare di uccidere tutti. "Mi ha rovinato la vita, è un ritardato" ha urlato contro il piccolo rimasto in silenzio.

Dopo aver arrestato il genitore per resistenza, i militari hanno soccorso anche l’undicenne trasportandolo all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino. Le sue condizioni non sono state giudicate gravi ma qui, senza la presenza del padre, il bambino si è lasciato andare raccontando le violenze subite per mano del genitore.

“Mi ha picchiato lui. Con un calcio. Poi un pugno. Lo ha fatto altre volte. Questa sera è arrabbiato perché il furgone non andava più avanti. Si è rotto. E lui ha picchiato me. La mia mamma? Non la vedo da tanti mesi. Vive in un'altra città” ha raccontato il minore. Per lui è stata attivata la procura dei minori per far scattare le procedure di affido.

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