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Reggio Emilia, sequestrata in casa dal marito, picchiata e stuprata: “Ti uccido come la cinese”

Ha segregato la moglie in casa, dove l’avrebbe picchiata, minacciata di morte e stuprata. Per questo un uomo di 31 anni è stato arrestato a Reggio Emilia con le accuse di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona, minacce e lesioni aggravate. La coppia, sposata da due anni, viveva in un contesto di totale degrado in uno stabile occupato abusivamente da senzatetto.
A cura di Susanna Picone
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Una donna segregata per giorni in casa dal marito, picchiata, stuprata e minacciata di morte. Lui le diceva, stando a quanto denunciato, che le avrebbe fatto fare “la stessa fine della ragazza cinese uccisa a Reggio”, verosimilmente la giovane accoltellata a morte nel suo bar lo scorso agosto. È quanto sarebbe stata costretta a subire una donna di trentaquattro anni, che col marito di trentuno anni viveva a Reggio Emilia in uno stabile occupato abusivamente da senzatetto, in un contesto di totale degrado. I due sono sposati da circa due anni. In diverse occasioni il marito sarebbe stato violento nei confronti della moglie, e ora è stato arrestato con le accuse di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona, minacce e lesioni aggravate. A riportare la vicenda è la stampa locale che racconta delle violenze subite dalla donna nei mesi tra maggio e agosto scorso.

Botte, minacce di morte e violenza sessuale – Un primo episodio risale al mese di maggio, quando la donna sarebbe stata “prelevata” dal marito in un bar e poi picchiata. L’uomo avrebbe minacciato di morte lei e anche i suoi gatti ricevuti dalla madre in punto di morte. Per almeno tre giorni la donna sarebbe stata costretta a non muoversi da una camera, lui le avrebbe anche impedito di andare in bagno. È arrivata la polizia solo dopo una inequivocabile richiesta di aiuto inviata a un’amica. Lei, finita in ospedale,  è stata giudicata guaribile in 25 giorni per frattura alle ossa nasali, policontusioni e abrasioni multiple. Poi, a fine agosto, ci sarebbe stato uno stupro in un edificio abbandonato, altre botte e minacce di morte. Le indagini condotte dal pm Piera Giannusa hanno portato alla richiesta di custodia cautelare in carcere, accolta dal gip Dario De Luca e ieri l'uomo, difeso dall'avvocato Costantino Diana, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per il momento resterà in carcere.

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