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Reggio Calabria: trattato come sospetto caso Covid, muore in ospedale per una setticemia

La triste vicenda di Maurizio Frana, 51 anni, deceduto al Pronto Soccorso ‘no Covid’ dell’ospedale di Reggio Calabria. Il fratello Massimo vuole vederci chiaro e ha presentato una denuncia presso il commissariato di Polistena: “Per setticemia si moriva nell’Ottocento…”
A cura di Biagio Chiariello
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Si chiamava Maurizio Frana, aveva 51 anni ed è deceduto al Pronto Soccorso ‘no Covid' dell’ospedale di Reggio Calabria dopo 13 ore dal ricovero. Il paziente, però, sarebbe stato trattato come un sospetto caso Coronavirus ma, di fatto, non aveva contratto il virus. Il fratello Massimo ora ha presentato denuncia, vuole vederci chiaro sulla questione: “Non so se i ritardi siano stati incisivi sulla morte di mio fratello ma probabilmente se si fosse intervenuti per tempo probabilmente l’epilogo sarebbe stato differente e non sarebbe rimasto vittima di una semplice infezione e quindi di malasanità“, scrive nella querela. Secondo quanto spiegato dal fratello, Maurizio sarebbe arrivato all’ospedale dopo le 9 prima di essere sistemato nella tenda Covid in attesa di conoscere l’eventuale infezione. Successivamente, alle 17,30 sarebbe stato trasferito a Reggio Calabria per sospetto Covid. All’esito negativo del tampone, sarebbe stato portato al Pronto Soccorso dove è deceduto per setticemia.

Massimo Frana ha anche scritto, sulla propria pagina Facebook, una lettera aperta al sindaco di Polistena Marco Policaro. Nella lettera Massimo ricorda inoltre che il fratello "aveva subito, sempre nell'Ospedale di Polistena, un intervento ad una gamba nel mese di luglio e in quel caso gli era stato eseguito il tampone, con esito negativo. Poiché l'intervento sembra non fosse andato nel migliore dei modi, Maurizio aveva subito un nuovo intervento a settembre e un nuovo tampone con esito sempre negativo. Si recava a seguito dell'intervento pressoché quotidianamente nell'Ospedale di Polistena per essere medicato. Nonostante ciò, Maurizio si lamentava con mia sorella di fortissimi dolori alla gamba, con emissione di pus e sangue da dove era stata praticata l'incisione".
"Per setticemia – conclude Massimo Frana – si moriva ancora nell'Ottocento. Non lascerò nulla di intentato per individuare e colpire possibili responsabilità".

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