Quando si accendono i riscaldamenti nel 2025: date e orari regione per regione nelle zone climatiche

Con avvicinarsi della stagione invernale e con le temperature decisamente sotto la media stagionale, qualcuno sta già pensando di accendere i termosifoni ma per farlo in realtà bisogna attenersi a un calendario ben preciso che varia da zona zona dell'Italia. Se nelle aree più fredde il via libera scatta già dal 15 ottobre prossimo, per le zone più calde invece si dovrà attendere ancora un bel po'. Pena il rischio di gravi sanzioni. Ecco dunque quando accendere i termosifoni nelle regioni italiane in base al calendario zona per zona.
In generale per sapere quando è possibile l'accensione dei riscaldamenti per il 2025, si deve capire in quale zona si risiede. In base alla normativa vigente, infatti, l'Italia è divisa in sei aree geografiche che non corrispondono alle regioni e stabiliscono quando accendere i termosifoni così come le ore giornaliere in cui poter tenere i riscaldamenti in funzione.
Accensione riscaldamenti 2025, le zone climatiche
A parte la zona F che non ha limiti, la prima zona, quella denominata E che copre gran parte del nord e l'area montuosa appenninica, avrà il via libera il 15 ottobre prossimo e per un massimo di 14 ore giornaliere. Al contrario l'ultima zona è quella con la lettera A che potrà accendere i riscaldamenti solo dal primo dicembre per un massimo di 6 ore giornaliere: si tratta delle isole di Lampedusa. Linosa e Porto Empedocle.
Per capire quando accendere i termosifoni quindi bisogna capire in quale di queste zone è collocato il comune di residenza. Inoltre bisogna prestare attenzione alle varie ordinanze comunali che possono variare le date e la durata di accensione dei riscaldamenti per particolari esigenze come per esempio un freddo intenso o in caso di temperature ancora alte. Ecco le date generali per sapere quando si accendono i riscaldamenti nel 2025:
- Zona climatica A dal 1 dicembre al 15 marzo per un massimo di 6 ore giornaliere: Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle.
- Zona climatica B dal 1 dicembre al 31 marzo per un massimo di 8 ore giornaliere: Reggio Calabria, Crotone, Trapani, Siracusa, Palermo, Messina, Catania e Agrigento.
- Zona climatica C che da 15 novembre al 31 marzo per un massimo di 10 ore giornaliere: Imperia, Latina, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno, Bari, Lecce, Taranto, Brindisi, Catanzaro, Cosenza, Cagliari, Oristano, Sassari e Ragusa.
- Zona climatica D dal 1 novembre al 15 aprile per un massimo d 12 ore giornaliere: Genova, La Spezia, Savona, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Massa Carrara, Siena, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Roma, Viterbo, Terni, Avellino, Chieti, Pescara, Foggia, Isernia, Matera, Caltanissetta, Nuoro, Teramo e Vibo Valentia.
- Zona climatica E dal 15 ottobre al 15 aprile per un massimo di 14 ore giornaliere: Alessandria, Asti, Aosta, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bolzano, Gorizia, Pordenone, Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Torino Treviso, Trieste, Udine, Verona, Vicenza, Venezia, Arezzo, Perugia, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Campobasso, Potenza ed Enna.
- Zona climatica F nessuna limitazione di gradi ed orario: Cuneo, Belluno, Trento

Qual è la temperatura massima da tenere in casa e quali sono le sanzioni
Per chi non rispetta queste regole ci sono sanzioni ben precise. In caso di irregolarità durante controlli a campione, infatti, si rischiano multe da un minimo di 500 euro a un massimo di circa 2.500 euro. Sanzioni valide anche se non si rispettano le temperature di riscaldamento che secondo la normativa possono essere al massimo di 20°C in casa ma con una tolleranza di due gradi. Anche in questo caso, però, in presenza di situazioni climatiche particolarmente severe, le autorità comunali, con proprio provvedimento motivato, possono autorizzare temperature più elevate.