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Covid 19

Pregliasco sulla terza dose ai fragili: “Destino segnato, ma non è detto che debbano farla tutti”

Il virologo Pregliasco a Fanpage.it sulla terza dose di vaccino anti Covid agli immunodepressi dopo il via libera di Aifa: “Un destino segnato dopo che studi plurimi hanno evidenziato un calo della protezione dopo sei mesi. È però possibile che sia sufficiente questa strategia vaccinale simil influenzale, quindi non una vaccinazione universale ma legata ai soggetti più fragili. In questo primo giro è necessario vaccinare tutti, ma è probabile che in una fase successiva basti questo”.
A cura di Ida Artiaco
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Quello della terza dose di vaccino anti Covid in primis ai soggetti immunodepressi e fragili è "un destino segnato, nel senso che plurimi studi hanno evidenziato come una certa quota di perdita percentuale, anche se non l'azzeramento della protezione, c'è dopo sei mesi. Quindi era in qualche modo qualcosa che appariva già essere necessaria". Fabrizio Pregliasco, virologo e docente dell'Università Statale di Milano, ha commentato così a Fanpage.it la notizia del via libera da parte di Aifa alla somministrazione della terza dose di vaccino, il cosiddetto booster, alle categorie più fragili già a partire da settembre.

"Ben venga questa decisione – ha continuato Pregliasco – per poter mantenere, alla luce di questo andamento epidemiologico che ci preoccupa ancora un po' rispetto a un possibile colpo di coda dei contagi, una protezione in primis dei soggetti più fragili". Tuttavia, secondo l'esperto, non è detto che in futuro la dose booster debba essere somministrata anche al resto della popolazione. "Dipenderà sempre dall'andamento epidemiologico – ha spiegato – perché è chiaro che dopo sei mesi e un giorno non c'è un azzeramento della protezione, certamente un calo, e quindi bisogna vedere se basta la copertura residua oppure no sulla base di come andrà questo inverno. Per gli operatori sanitari si parla già di un richiamo a gennaio/febbraio. È possibile che sia sufficiente questa strategia vaccinale simil influenzale, quindi non una vaccinazione universale ma legata ai soggetti più fragili. In questo primo giro è necessario vaccinare tutti, ma è probabile che in una fase successiva basterà questo".

La decisione di Aifa si basa su dati plurimi, che arrivano anche da Israele, dove la dose booster è già una realtà. "I dati ci sono – ha concluso Pregliasco – si stanno andando consolidando perché un po' di studi le aziende le avevano già immaginati, però come sempre ci vuole una certa tempistica. Col Covid bisogna fare le cose non in fretta ma con grande flessibilità. La scelta di Ema di demandare agli Stat europei la decisione sulla terza dose è stata secondo me una strategia pragmatica, non è una nota negativa".

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