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Picchia figlio piccolo con le ortiche “per farlo diventare uomo” e violenta la moglie: condannato

A far emergere l’incubo la madre del minore raccontando il clima di terrore che si respirava nell’abitazione di famiglia di cui era vittima in prima persone. Secondo il suo racconto, quell’uomo da tempo  si comportava da vero e proprio marito e padre padrone.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio
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Per lui quel figlio, anche se ancora bambino, andava "raddrizzato" perché, a suo dire, assumeva comportamenti giudicati non da uomo vero. Da qui continue umiliazioni verbali e fisiche nei confronti del minore "per farlo diventare un uomo”, come il  picchiarlo con un mazzo di ortiche che poi sarebbero state lasciate in un vaso in casa come monito perché il piccolo sapesse che potevano essere usate ancora contro di lui. Per questo un padre è stato condannato dal tribunale di Trento per maltrattamenti nei confronti del minore ma anche per violenza sessuale nei confronti della moglie e madre del bimbo.

Era stata proprio lei a far emergere l'incubo e il clima di terrore che si respirava nel'abitazione di famiglia di cui era vittima in prima persone. Secondo il suo racconto, quell'uomo da tempo  si comportava da vero e proprio marito e padre padrone tenendo il controllo assoluto di tutto quello che accadeva in casa e fuori e pretendendo  obbedienza assoluta ai suoi voleri.

La moglie poteva lavorare ma ogni altra cosa le era preclusa tanto che non poteva gestire nemmeno il denaro che lei stessa guadagnava. La dona sarebbe stata continuamente umiliata e insultata ma anche minacciata e costretta a subire rapporti sessuali contro la sua volontà , da cui poi è arrivata l'accusa di violenza sessuale.

La donna sarebbe stata anche malmenata a più riprese oltre a dover assistere alle violenze contro il figlio. Soprusi andati avanti per anni tra le mura domestiche fino a che la donna non ha trovato il coraggio di andare via e chiedere aiuto, denunciando tutto. Denuncia che ha portato alle indagini e al processo con la condanna del quarantenne a sei anni e otto mesi di reclusione.

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