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Padova, due tumori bruciati a 150 gradi: paziente “inoperabile” dimesso in 24 ore

Un ottantenne è stato protagonista a Monselice (Padova) di un intervento sincrono su una coppia di lesioni cancerose mediante termoablazione con microonde ecoguidata per via percutanea. Il paziente, dimesso dopo l’intervento riuscito, era stato giudicato inoperabile con le tecniche tradizionali a causa di patologie pregresse.
A cura di Susanna Picone
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Un uomo di ottanta anni è stato sottoposto con successo a Monselice (Padova) a un intervento per l'asportazione di due tumori a fegato e rene mediante termoablazione con microonde ecoguidata per via percutanea, un ago che attraversa la pelle, uccidendo le cellule tumorali con il calore. I tumori sono stati insomma "infilzati, cotti e bruciati" e annientati contemporaneamente a 150 gradi. Al paziente la scorsa primavera era stato riscontrato un nodulo sospetto di 28 mm nella cupola epatica, sotto al diaframma, e Tac ed ecografia avevano poi rilevato la presenza sul rene sinistro di una seconda neoplasia di 20 mm. L’ottantenne soffriva anche di una seria malattia cardiaca e a causa delle patologie pregresse era stato giudicato inoperabile con le tecniche tradizionali. Un quadro clinico sicuramente complesso che ha spinto l'équipe dell'Unità operativa semplice di Epatologia dell'Ospedale Madre Teresa di Calcutta di Monselice, diretta da Mauro Mazzucco, in seno all'Unità operativa complessa di Medicina guidata da Lucia Leone, a proporre al paziente l'intervento di termoablazione, che è stato eseguito in sedazione profonda con respiro spontaneo.

L’intervento in 20 minuti – A operare lo stesso dottor Mazzucco, affiancato da un anestesista e due infermieri. L’intervento sull’anziano paziente è durato circa 20 minuti. Il controllo con ecografia eseguito a 24 ore ha dimostrato che i tumori sono stati eliminati e il paziente è stato quindi dimesso. A partire dal 1999 i medici dell'Unità operativa semplice di Epatologia di Monselice hanno eseguito circa 1300 interventi di questo tipo su fegato, rene, polmone, osso, tiroide, in specifiche condizioni cliniche, che a livello europeo registrano l'efficacia della tecnica del 98.5 percento. “Dietro la nostra attività apparentemente ordinaria – ha commentato il Direttore generale dell'Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta – si nascondono storie stra-ordinarie: ancora una volta dico grazie ai nostri operatori, alla loro maestria, alla loro capacità di fare squadra e di affinare la tecnica, per risultati fino a poco tempo fa impensabili”.

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