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Omicidio Samira, arrestato a Madrid il marito: Mohamed in attesa di estradizione

Colpo di scena nel caso di Samira El Attar: il marito indagato per omicidio e occultamento di cadavere è stato bloccato in Spagna dalla polizia iberica. Mohamed Barbri, 40 anni, si trova a disposizione delle autorità spagnole in attesa di estradizione. Nei suoi confronti era stato emesso un mandato di arresto europeo. “Sono venuto in Spagna per cercare Samira”, si è giustificato.
A cura di Angela Marino
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Colpo di scena nel caso di Samira El Attar: il marito indagato per omicidio e occultamento di cadavere è stato arrestato in Spagna dalla polizia iberica. Mohamed Barbri, 40 anni, si trova a disposizione delle autorità spagnole in attesa di estradizione. Nei suoi confronti era stato emesso un mandato di arresto europeo richiesto dalla Procura della Repubblica di Rovigo sulla scorta delle evidenze investigative riferite dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Padova e del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Este. “Sono venuto a Barcellona per cercare Samira“
Così si è giustificato ieri mattina Mohamed al telefono con il suo avvocato Daniele Pizzi da Madrid.
ha detto Mohamed per giustificarsi.

Mohamed si era allontanato dall'Italia il 1 gennaio 2020 con regolare passaporto. Il documento, infatti, non gli era stato ritirato malgrado l'indagine per omicidio a suo carico. L'uomo è andato via dalla casa di Stanghella (Padova), da dove sua moglie è scomparsa il 21 ottobre 2019, lasciando la figlioletta di 4 anni alle cure della suocera, Malika, volata in Italia per seguire l'indagine sulla morte di sua figlia.

Samira El Attar è scomparsa da casa insieme alla sua bicicletta bianca la mattina di tre mesi fa, dopo aver accompagnato la figlioletta a scuola. Poche settimane fa era stato proprio Barbri, il marito, a fare ritrovare nei campi intorno a Stanghella le scarpe della donna, una catenina e un portachiavi. Secondo la testimonianza della madre di Samira, l'uomo sarebbe stato geloso e possessivo. Fu proprio la donna a raccontare alla madre un episodio inquietante avvenuto alcuni mesi prima che scomparisse, quando la figlioletta della coppia fu ricoverata in ospedale per aver bevuto un tè ‘avvelenato'.

Fu Mohamed a segnalare che la piccola aveva bevuto un tè in cui lui stesso aveva versato un farmaco, forse un sedativo, che sosteneva essere destinato a lui. Non la pensava così Samira, che raccontò l'episodio alla madre rivelandole di aver temuto che quel tè fosse stato preparato per lei dal marito per sedarla mentre controllava indisturbato il suo cellulare. Questo e altri episodi sono stati riferiti da Malika alla Procura di Rovigo, che la settimana scorsa l'ha ascoltata per diverse ore.

Proprie in questi giorni è stato discusso il futuro della figlioletta di Samira. Una coppia di Stanghella avrebbe messo a disposizione la propria abitazione per accogliere la bimba, che sarà affidata a un familiare. Così,  la proprietaria dell’abitazione, ai microfoni di ‘Storie Italiane': “Posso dire che sono contentissima perché in pochi giorni siamo riusciti a ottenere ciò che volevamo, non vedo l’ora che la bambina entri in casa”.

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