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“Nostra figlia stava morendo soffocata: così la nonna l’ha salvata con la manovra giusta”

La piccola si trovava nella culletta e improvvisamente si è sentita male. La nonna, insegnante in un asilo nido, ha subito praticato il massaggio cardiaco.
A cura di Francesca Lagatta
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La piccola Beatrice (nome di fantasia) dorme beata nelle braccia della sua mamma e ogni tanto sul suo viso si intravede un accenno di sorriso, che per lei e la sua famiglia è quiete dopo la tempesta. Un'esplosione di felicità dopo la tragedia sfiorata. La protagonista di questa storia ha soltanto due mesi e già due vite alle spalle. La seconda è cominciata quando la sua nonna l'ha strappata alla morte per un soffio, mentre il destino beffardo si abbatteva funesto sulla sua breve esistenza nel bel mezzo di una domenica di luglio.

Beatrice, qualche giorno fa, ha rischiato di andarsene per un rigurgito da latte mentre riposava nella carrozzina, in casa dei famigliari in Calabria, e si è salvata solo grazie al tempestivo intervento di nonna Maria, insegnante in un asilo nido di Cutro. Così hanno detto i soccorritori dell'ospedale San Giovanni di Dio, a Crotone, dove la piccola è arrivata in condizioni critiche, ma viva.

La donna, infatti, dopo essersi accorta che la nipote non respirava più, aveva subito applicato le manovre salvavita sul corpicino, che hanno liberato le vie respiratorie e alimentato il battito cardiaco, evitando il peggio. "Vorrei che tutti imparassero queste manovre – ha detto a Fanpage.it la donna, ancora fortemente provata – e ne capissero l'importanza. Se io non avessi avuto la formazione di primo soccorso, non so come sarebbe andata".

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Il giorno della tragedia sfiorata

La nascita di Beatrice, avvenuta nel maggio scorso, è una benedizione. Mamma Elisabetta e papà Saverio, che vivono a Reggio Emilia e sono già genitori di un bimbo di dieci anni, hanno atteso il suo arrivo per sei lunghi anni. A pochi giorni dal parto, la donna decide di anticipare le vacanze estive a Cutro, in provincia di Crotone, e raggiungere sua madre, che con la chiusura della scuola potrà certamente darle una mano con la neonata. È domenica 3 luglio: la famiglia, riunita, va al mare, poi torna a casa per pranzo e per evitare ai bimbi l'esposizione al sole nelle ore più calde.

È passato da poco mezzogiorno, Beatrice ha già bevuto la sua razione di latte e, dopo tutte le accortezze del caso, viene adagiata nella carrozzina per il consueto pisolino pomeridiano. Sembra tutto tranquillo. Sua zia, che porta il suo stesso nome, dopo un po' va a controllare. Ha un sussulto. La bimba è livida e ha la bocca piena di latte. Non piange, non si lamenta, semplicemente ha smesso di respirare.

Quelli che seguono saranno momenti drammatici. Sua nonna Maria, che è lì, vicino alla culletta, immobilizzata dalla paura, fa appello alla poca lucidità rimasta e prova a mettere in pratica quello che ha imparato durante la formazione sul primo soccorso. Mentre i genitori chiedono aiuto, lei gira la piccola a pancia in giù, tenendole fermo il busto con una mano, mentre con l'altra comincia a dare dei colpi interscapolari decisi, ma delicati, alle spalle, alternando anche il massaggio cardiaco.

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La nipotina continua a non respirare, ma lei non si arrende e continua a praticare le manovre salva-vita anche durante il breve viaggio in auto per raggiungere l'ambulanza del 118, inviata nei pressi dell'abitazione. Il mezzo si materializza in una manciata di minuti, forse meno di cinque, ma il volto di Beatrice è cianotico e non dà segni di vita. I drammatici istanti in cui la bambina viene caricata in auto, tra la disperazione dei presenti, vengono ripresi e immortalati dalle telecamere di video sorveglianza.

Il miracolo della vita

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In quei minuti concitati, però, i medici e gli infermieri del 118 compiono un vero e proprio miracolo, riescono a rianimare la piccola e ne stabilizzano le condizioni. Quando varca la soglia d'ingresso dell'ospedale, respira già da sola. I camici bianchi che l'avranno in cura diranno che l'intervento della nonna è stato provvidenziale. Se la donna non avesse liberato tempestivamente le vie respiratorie e non avesse ripristinato il battito cardiaco, la bimba sarebbe morta, senza ombra di dubbio.

Invece Beatrice non solo si è salvata, ma non ha riportato alcun danno, come hanno rivelato i successivi controlli. Dal canto loro, i famigliari della piccola non possono fare a meno di esprimere gratitudine nei confronti del personale intervenuto. "I medici e gli infermieri dell'ospedale di Crotone e quelli del 118 sono degli angeli – dice ancora l'insegnante di Cutro a Fanpage.it -, non saprei in quale altro modo definirli. Hanno curato mia nipote come se fosse figlia loro". Poi ha aggiunto: "Spesso si parla di malasanità in Calabria, invece noi vogliamo dire che esiste anche la buona sanità, come è stato nel nostro caso".

Ma c'è una cosa che, più di tutte, Maria vuole dire: "I corsi di formazione per il primo soccorso dovrebbero essere obbligatori per tutti. A volte con poco si può salvare una vita umana, come è accaduto a me". Poi si congeda. A Cutro Maria è ormai un'eroina, ma a lei le luci della ribalta non interessano, vuole solo mettersi alle spalle questa brutta esperienza e godersi la serenità ritrovata. In questi giorni la famiglia sta organizzando il battesimo della piccola. I genitori Elisabetta e Saverio sono devotissimi a San Francesco e la cerimonia si svolgerà ad Assisi.

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