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“Nei lager nazisti gli ebrei si divertivano”: guai per il professore che nega la Shoah

Sono stati gli studenti del liceo artistico “Eustachio Catalano” di Palermo a segnalare gli episodi al preside: il docente Gino Giannetti li avrebbe anche invitati ad iscriversi a Forza Nuova. Avviato un procedimento disciplinare da parte della procura.
A cura di Biagio Chiariello
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Piscine per il divertimento degli ebrei nei lager nazisti, insulti a Primo Levi ed espliciti inviti a iscriversi a Forza Nuova, partito di estrema destra. Ed ora Gino Giannetti, docente del liceo artistico di Palermo “Eustachio Catalano", insegnante di discipline plastiche, è al centro di un’indagine della Digos e della procura di Palermo. Sono stati gli stessi studenti a segnalare le frasi negazioniste del prof. A quel punto il preside Maurizio Cusumano ha presentato una denuncia alla polizia e all’ufficio scolastico regionale, che ha già avviato un procedimento disciplinare nei confronti del docente.

Pare che Giannetti fosse già stato richiamato più di una volta dallo stesso dirigente per il suo linguaggio scurrile. Stavolta però sono state le chat con una studentessa del quinto anno a inchiodarlo: per "prepararla all'esame" le avrebbe inviato foto, video e link ad articoli che negano l'esistenza della Shoah. E stavolta la ragazza l'ha denunciato a un'altra insegnante, come riporta Repubblica. Alla redazione quotidiano avrebbero scritto alcuni studenti proprio per esprimere la loro indignazione: “Gli allievi sono arrivati ai limiti della sopportazione – si legge nella lettera – il docente ha detto una serie di assurdità quali: piscine nei lager per il divertimento degli ebrei o offendendo lo scrittore Primo Levi definendolo testa di cazzo e coglione”.

Giannetti è stato escluso dalle commissioni per la maturità. Il negazionismo in Italia è reato dal 2016, da quando il legislatore ha aggiunto il comma “  bis” alla legge Mancino, che nel 1975 ratificò la convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale. Sono previste pene da due a sei anni di reclusione “se la propaganda ovvero l’istigazione e l’incitamento, commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”.

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