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Naufragio Lampedusa, si cerca bimbo di 8 mesi. Un migrante: “Lo avevo salvato, ho dovuto lasciarlo”

Scende a quattro il numero dei minori dispersi nel tragico naufragio a poche miglia dalle coste di Lampedusa. Tra questi due bambini, uno di due anni e l’altro di otto mesi, ma mancano all’appello altre diciassette persone. Continuano le ricerche dei dispersi tramite gli elicotteri della Guardia Costiera, mentre le motovedette sono ancora in porto, ostacolate dalle condizioni di mal tempo.
A cura di Francesco Di Blasi
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Diciassette persone disperse, di cui quattro minori e due bambini di tenera età, uno di due anni e l'altro di otto mesi. Sono questi i numeri del tragico naufragio di un barcone carico di migranti che poco più di ventiquattro ore fa si è ribaltato a poche miglia dalle coste di Lampedusa. In un primo momento si era parlato di otto minori dispersi, ma dopo aver ascoltato alcuni dei sopravvissuti gli inquirenti hanno stimato che i minori scomparsi sarebbero quattro. Il piccolo di otto mesi era accompagnato dalla madre e con lui mancano all'appello anche due adolescenti e il bimbo di due anni che non è chiaro con chi viaggiasse.

Drammatica la testimonianza, raccolta dagli inquirenti e riportata da La Repubblica, sulla dinamica della scomparsa del piccolo di 8 mesi: un migrante lo avrebbe visto annegare e sarebbe riuscito in un primo momento ad afferrarlo; successivamente, però sarebbe stato afferrato per le caviglie da un altro uomo in difficoltà e per liberarsi sarebbe stato costretto a sfilarsi la cintura, perdendo anche la presa del bambino.

Dal racconto dei sopravvissuti emerge che sul mezzo di fortuna, partito dalla Tunisia, si erano imbarcate cinquantadue persone, di cui quattordici provenienti da Sfax e altri trentotto subshariani originari della Costa d'Avorio, della Guinea e del Camerun giunti dalla Libia. Sul numero totale dei migranti all'appello ne mancherebbero ancora diciassette e tra loro potrebbe esserci anche lo scafista.

Una serie di foto e video girati dai migranti a bordo del barcone testimonierebbe che al momento della partenza le condizioni del mare erano buone e niente faceva pensare al successivo mare mosso che poi è stato complice della tragedia. Le immagini sono al vaglio delle indagini del procuratore di Agrigento Salvatore Vella e degli uomini della squadra mobile che oltre a ricostruire la vicenda stanno cercando di individuare gli organizzatori della traversata che probabilmente si trovano in Tunisia e in Libia. Intanto continuano le ricerche dei dispersi tramite tramite gli elicotteri della Guardia Costiera, mentre le motovedette sono ancora in porto, ostacolate dalle condizioni di mal tempo che non aiuta nei tentativi di salvataggio dei possibili superstiti, le cui possibilità di sopravvivenza diminuiscono di ora in ora.

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