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Mose senza fine, il provveditore Zincone: “I problemi ci saranno sempre, servono altri soldi”

La parola passa al Provveditore alle Opere Pubbliche, Cinzia Zincone, dopo le dimissioni dell’Ing. Susanna Ramundo, tecnico specializzato nell’analisi sulla corrosione dei materiali immersi del Mose. “I problemi ci saranno sempre”, spiega il Provveditore Cinzia Zincone, “servono soldi per finire l’opera e per affrontare gli imprevisti. Non ho paura”.
A cura di Elia Cavarzan
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Si può fare il punto della situazione in merito allo stato di salute del Mose? Costato sino ad ora circa 5 miliardi di euro allo Stato italiano, deve ancora vedere la luce, nel senso che il Sistema Mose, cioè l'insieme di tutte le opere che costituiscono la difesa ingegneristica della laguna veneziana, deve ancora essere consegnata allo Stato. Cinzia Zincone parla chiaro, "non prendiamoci in giro, nel 2021 non sarà mai concluso il sistema Mose, bisogna sbloccare i finanziamenti, fare rete ed investire".

Ad inizio marzo la lettera dell'Ing. Susanna Ramundo con le dimissioni in calce, hanno gettato tutta una serie di ombre sul funzionamento dell'opera ingegneristica che dovrebbe salvare Venezia dall'Acqua Granda: "nel novembre 2019 abbiamo rischiato", sono le parole contenute nella lunga lettera di dimissioni dell'Ingegnere. "La manutenzione non si fa e la corrosione avanza. Da un anno qui è tutto fermo. Per questo mi dimetto. Anche per non essere corresponsabile dello scempio in atto". Lapidaria invece la dichiarazione del Provveditore Cinzia Zincone, "l'Ing. Ramundo ha fatto un gran lavoro. La corrosione è un problema che era emerso già da qualche anno e che non desta preoccupazione nell'immediato ma che incide sulla vita residua dell'opera e quindi si potrebbe avere ad esempio un impatto economico nel lungo termine. Lo si vedrà nei termini del collaudo finale".

Il Mose non sarà pronto nel 2021, la proroga è ormai alle porte: "attualmente siamo al 95% dei lavori sul totale Sistema Mose", spiega il Provveditore, "ma se lo paragoniamo allo stato di avanzamento dei lavori di sei anni fa, al tempo si era al 92%, ci rendiamo conto che le cose procedono eccessivamente a rilento". La data non sarà dunque rispettata: "quella data stipulata contrattualmente, rappresentava la cosiddetta fase di avviamento, dove il Mose doveva essere testato durante qualsiasi situazione meteo. Cosa che è avvenuta, ma senza che l'intera opera venisse conclusa".

Attualmente le paratoie si alzano a 130 cm, anche se sono state pensate, a lavori conclusi, per alzarsi a 110 cm. Come riportano le cronache locali, è ancora difficile garantire che l'intera città di Venezia resti all'asciutto. Manca la quadra che stando alla ricostruzione del Provveditore, si potrà avere all'indomani della chiusura di tutti i cantieri. Per questa ragione, servono ancora loro: soldi e investimenti da aggiungersi a quanti già spesi per il solo collaudo dell'intera opera.

Chiude il Provveditore con quello che sembra un monito rivolto ai detrattori dell'opera Mose: "i problemi ci sono e ci saranno sempre. Bisogna saperli affrontare e servono soldi sì, come per tutte le altre grandi opere. Problemi insormontabili? Non mi fanno paura".

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