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Morta Alessandra Clama: dal 2010 era in stato vegetativo dopo un incidente automobilistico

Alessandra Clama, 37 anni, è morta ieri all’ospedale di Gemona del Friuli, dove era stata ricoverata dopo essere rimasta per undici anni in stato vegetativo a causa di un incidente automobilistico avvenuto nell’aprile del 2010 sulla strada regionale 352, ad Aquileia.
A cura di Davide Falcioni
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Alessandra Clama, 37 anni, è morta ieri all'ospedale di Gemona del Friuli, dove era stata ricoverata dopo essere rimasta per undici anni in stato vegetativo a causa di un incidente automobilistico sulla strada regionale 352, ad Aquileia. Era l'alba del 20 aprile 2010 quando, per motivi mai chiariti, la sua auto si schiantò contro un platano a bordo strada: la donna venne estratta dalla vettura in gravissime condizioni e da quel momento non si è più ripresa. La sua famiglia si è sempre battuta per chiarire le cause dell'incidente, imputandolo all'eccessiva vicinanza alla carreggiata dell'albero contro cui si schiantò la macchina. "Il platano – hanno sempre sostenuto i legali della famiglia Clama – era troppo vicino alla strada e non era delimitato da un guard rail, nonostante la normativa lo prevedesse". Per questo erano stati denunciati sia la Regione che Friuli Venezia Giulia Strade spa.

L'incidente della ragazza, che all'epoca non aveva ancora 26 anni, ha costretto i familiari a fare di tutto per per garantire ad Alessandra, una volta uscita dall’ospedale, terapia e assistenza adeguate. Per questo venne fondata un'associazione che porta il nome della giovane e che nel tempo è diventata un punto di riferimento per le famiglie alle prese con ragazzi affetti da gravi traumi cerebrali. L’Associazione Alessandra, tramite raccolte fondi e altre iniziative, ha sostenuto concretamente molte persone nell’acquisto di attrezzature per le cure domiciliari e la fisioterapia, nonché l’acquisto di un appartamento vicino all’istituto di medicina fisica e riabilitazione Gervasutta per poter ospitare i pazienti cerebrolesi in cura e i loro familiari. "Sono stati anni duri – ha dichiarato la mamma di Alessandra –, pieni di sacrifici, quasi dodici anni di lotte, ma ne è valsa la pena. Abbiamo dato ad Alessandra una vita serena, raddoppiandogliela, a detta dei medici. E questo sottolinea una volta di più quanto fondamentale sia una stimolazione continua".

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