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Miriam Ciobanu, il 23enne alla guida andava a 130 km all’ora: “Era in mezzo alla strada: non l’ho vista”

Secondo i primi rilievi dei carabinieri, il 23enne alla guida dell’auto che ha investito e ucciso Miriam Ciobanu la notte di Halloween, andava a più di 130 km orari.
A cura di Chiara Ammendola
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Miriam Ciobabu (la vittima dell'incidente) e l'auto che l'ha investita
Miriam Ciobabu (la vittima dell'incidente) e l'auto che l'ha investita

Secondo quanto emerso dai primi rilievi effettuati dai carabinieri sembra che l'auto guidata dal 23enne Alessandro Giovanardi stesse viaggiando a più di 130 km orari. Il giovane, che ora si trova nel carcere di Treviso con l'accusa di omicidio stradale aggravato, avrebbe quindi superato di molto il limite di velocità della stradina che attraversa Paderno (frazione di Pieve del Grappa, nel Trevigiano) fissato a 60 chilometri. È in questo tratto che ha investito e ucciso la 22enne Miriam Ciobanu nella notte di Halloween.

Sottoposto ad alcoltest è risultato positivo in una quantità tre volte superiore al limite, e nel sangue sono state trovate tracce di cannabinoidi. In lacrime ha raccontato quanto accaduto quella notte quanto la sua Audi ha travolto Miriam che in quel momento stava tornando a casa a piedi. Ammette di essere andato a un festa prima di mettersi alla guida per tornare a casa e lì di aver consumato tre o quattro drink, ma di non aver preso droghe pur ammettendo di averlo fatto "alcuni giorni prima".

Miriam Ciobanu
Miriam Ciobanu

In attesa dell'interrogatorio di garanzia che si svolgerà tra domani e dopo alla presenza dell’avvocato Luca Milano, che lo difende assieme alla collega Greta Gusi, Giovanardi ha raccontato che intorno alle 3.30, si è diretto verso San Zenone degli Ezzelini, dove abita con la famiglia. “Alla guida mi sentivo perfettamente lucido – spiega per poi arrivare al momento in cui ha investito Miriam, il cui corpo ha trascinato per decine di metri – giuro che lì, quella ragazza, non c’era. Nel senso che non l’ho proprio vista: c’era buio, forse correvo un po’ troppo, ma lei stava in mezzo alla strada. Ho iniziato a frenare solo dopo l’impatto perché era impossibile accorgersi della sua presenza”.

Il 23enne si è fermato immediatamente e, ancora sotto shock, ha chiamato l’ambulanza, i carabinieri e i genitori: “Poi sono rimasto lì, accanto a lei. Avevo capito che era già morta”, conclude.

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