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Minacce a Draghi e Mattarella: 13 persone “antisistema” indagate dalla Digos di Vicenza

Sono 13 le persone indagate dalla Digos di Vicenza per minacce ad alte cariche dello Stato e istigazione a compiere azioni di protesta, come il blocco dei treni. Nel mirino degli appartenenti alla galassia No Vax il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Mario Draghi, oltre a giornalisti e virologi. Le minacce e l’organizzazioni di atti di protesta contro i provvedimenti del Governo per combattere il Covid avvenivano attraverso chat Telegram.
A cura di Chiara Ammendola
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Sono tredici le persone indagate dalla Digos di Vicenza per minacce ad alte cariche dello Stato e per istigazione a compiere azioni di protesta, tra cui il blocco di treni. Si tratta di appartenenti al mondo "No Vax" che nei mesi scorsi attraverso gruppi su Telegram lanciavano minacce in particolare nei confronti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e anche verso esponenti del mondo scientifico e giornalisti. Chiunque sostenesse i provvedimenti del Governo contro il Covid finiva nel mirino di questi gruppi "antisistema" che avevano aperto su Telegram la chat "Il coraggio del dubbio" finita sotto osservazione degli inquirenti lo scorso luglio con l'avvio delle indagini.

Gli indagati, oltre a lanciare minacce e scrivere frasi definite come farneticanti, aizzavano i partecipanti ad azioni di protesta come fermare i treni e altre iniziative simili per guadagnarsi l’attenzione dei media. Per questo due persone in particolare sono indagate per istigazione a delinquere. Tra le persone indagate anche un 61enne, già condannato per reati simili, che si sarebbe "scagliato" anche contro la moglie e suoi due figli definendoli zombie e "servetti obbedienti che eseguono qualsiasi ordine", aggiungendo sempre nelle chat Telegram "credevo di amarli ma mi sbagliavo". Oltre al presidente Mattarella e al premier Draghi anche il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, il quale, scriveva il 61enne, "negli anni 70 sarebbe già stato gambizzato 50 volte. E io avrei apprezzato, e con lui il 95% dei giornalisti". Sempre l'uomo avrebbe invitato "chi segue questo canale e non è totalmente convinto della necessità assoluta di una lotta con ogni mezzo a togliersi dal… ".

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