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Matteo suicida a 18 anni in diretta online, il dolore un anno dopo: “Non deve accadere ad altri”

La battaglia che stanno conducendo i genitori del 18enne Matteo Cecconi, il ragazzo che si è tolto la vita ingerendo una sostanza in diretta online anche grazie all’aiuto di un sito web.
A cura di Antonio Palma
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“Quello che è accaduto a Matteo non deve più accadere ad altri”, è la parola d’ordine che un anno dopo la tragedia improvvisa del suicidio del 18enne veneto muove i genitori di Matteo Cecconi, il ragazzo che si è tolto la vita ingerendo una sostanza in diretta online anche grazie all’aiuto di un sito web in cui migliaia di iscritti chiedevano e ricevevano consigli su come suicidarsi. Un sito che la procura di Roma ha già fatto oscurare in Italia ma per il quale la famiglia di Matteo chiede ora provvedimenti a livello internazionale proprio per evitare che altri ragazzi possano finire nella stessa rete. “È che molto spesso i ragazzi si rivolgono ad altre fonti, mio figlio lo ha fatto con la Rete, che lo ha agevolato e istruito. Bisogna fare in modo che non sia più accessibile anche dagli altri Paesi. Questo sito e altri che promuovono allo stesso modo il suicidio” ha dichiarato il padre di Matteo, Alessandro Cecconi.

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Quello del sito però è solo una delle battaglie che stanno conducendo i genitori del 18enne. L’altra riguarda la sostanza che Matteo ingerì per togliersi la vita, sempre su indicazioni del sito, facendolo durante una pausa della lezioni in Dad all'Istituto tecnico industriale Fermi di Bassano e mentre era collegato in chat con una decina di altri ragazzi che lo hanno sostenuto e incoraggiato nella sua scelta. “Sono in contatto con genitori di altri ragazzi che si sono uccisi all’estero, e con quelli del romano Fabio, 19 anni, per fare in modo che quella sostanza che non voglio nominare sia venduta ai soli operatori professionali: una richiesta da avanzare al ministro Roberto Speranza e per la quale abbiamo già raccolto attraverso la piattaforma Change.org oltre 1.100 firme” ha spiegato l corriere della Sera Alessandro Cecconi.

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Ad un anno da quel tragico giorno, la comunità di Bassano ha piantato un albero in onore di Marco tra i cui rami la mamma ha lasciato un bigliettino straziante: “Sarà luogo di pace e di gioia per i bambini… sarà vista piacevole per i ragazzi… Sarà momento di pace per noi, che in qualche modo ti vedremo in esso crescere. E lo proteggeremo, perché come te svetta alto. Attraverso esso osserverai, conoscerai, farai esperienza, ma soprattutto avrai tempo, tutto quel tempo per vivere che non ha avuto”. “Mi piace pensare che questo arbusto in fondo ti assomiglia: s’innalza veloce verso l’alto, è pieno di promesse in germoglio, rappresenta l’inizio di un divenire che lo porterà ad essere un albero maestoso” scrive ancora la mamma nella lettera.

“Quando si perde un figlio, credo indipendentemente dal modo, si perde il senso di quello che si è, di quello che si è fatto e soprattutto di quello che verrà. La vita prosegue senza qualcuno con cui avresti voluto condividere il futuro. La perdita di un figlio, interrompe la naturale evoluzione di una famiglia, la ferisce irrimediabilmente” scrive il papà di Marco in un lungo post sui social che conclude: “Il senso di una vita lo posso ritrovare nell'amore per chi e di chi mi è vicino, nella bellezza ancora da scoprire, nella forza che non ho, ma che sento intorno a noi. Nel tuo ricordo e nelle parole che mi hai detto poco più di un anno fa, forse un addio, ma io non lo sapevo: "Ti voglio bene, babbo".

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