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Lutto nel mondo del giornalismo calabrese, il regista Michele Porcelli cade in un dirupo e muore

Dramma nel mondo del giornalismo calabrese. Michele Porcelli, storico regista e operatore di ripresa di LaC Tv, è morto dopo essere precipitato in un dirupo. Il tragico incidente è avvenuto mentre stava lavorando: Porcelli era impegnato in alcune riprese a Buonvicino, in provincia di Cosenza. Aveva 55 anni.
A cura di Susanna Picone
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Grave lutto nel mondo del giornalismo calabrese: è morto all’età di 55 anni Michele Porcelli, storico regista e operatore di ripresa di LaC Tv. Il cameraman è caduto in un dirupo mentre era impegnato in alcune riprese a Buonvicino, in provincia di Cosenza. Insieme ad alcuni colleghi dovevano girare una puntata su un caso di strage familiare di 25 anni fa. Chi era con lui racconta che tutto è accaduto in un attimo. I soccorsi, purtroppo, sono stati inutili: Porcelli è morto praticamente sul corpo precipitando nel dirupo nel tentativo di recuperare il drone. Quando sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, gli operatori del 118 e dell’elisoccorso, è stato possibile solo constatare il decesso del cinquantacinquenne. Colonna portante dell'emittente televisiva vibonese, Michele Porcelli viene descritto come un grande appassionato del suo lavoro ed è proprio mentre lavorava che ha perso la vita.

L'addio a Michele Porcelli del network LaC – "Michele ha trascorso tutta la vita dietro al mezzo e idealmente tutte le immagini che corredano le nostre notizie sono state girate da lui", scrive LaC in un post per ricordare il cameraman scomparso improvvisamente. Spesso definito "tecnico", Michele Porcelli "era soprattutto un giornalista" che "capiva le notizie e le braccava con le sue immagini".

"Ciao, Michele

Forse possono essere considerate poche le immagini televisive che possiamo mostrarvi con Michele Porcelli dentro. Poche riprese davanti alla telecamera è un po’ il destino di tutti gli operatori, ma Michele ha trascorso tutta la vita dietro al mezzo e idealmente tutte le immagini che corredano le nostre notizie sono state girate da lui. E lo vediamo, anche ora che non c’è più,imbracciare la macchina, scegliere cosa inquadrare e fissare: Michele era quello che forse riduttivamente viene spesso definito ‘un tecnico', invece Michele era soprattutto un giornalista, perché capiva le notizie e le braccava con le sue immagini. Lascia un vuoto enorme per noi, ma immenso per tutta la televisione calabrese, che aveva contribuito a migliorare con il suo lavoro – dai tempi di Rete Kalabria, di cui ha sempre fatto parte, fino a LaC, e prima ancora altre emittenti private calabresi – ed aveva una dote umana che anch’essa già ci manca: la generosità. Quella predisposizione al lavoro da affrontare come passione. E di passioni Michele ne aveva tante. La musica, il suo basso, i gruppi musicali che aveva fondato nella sua Limbadi, la macchina fotografica e la tecnologia: ma la passione del giornalismo davanti alla telecamera le superava tutte.
Esempio anche per i giovani che si affacciano al mestiere, ai quali dispensava consigli, imbeccate anche sulle notizie che conosceva perché si informava, offrendo il punto di vista di chi sta dietro le quinte, ma partecipa, e come se partecipa. Michele era anche il regista dei nostri tg. Si, l’informazione quotidiana che vedete era anche la buona farina del suo ottimo sacco.
Un patrimonio di grande esperienza cresciuta sul campo, ma anche investendo nella formazione personale. E tutto quello che ci ha suggerito, tutto quello che ha visto per noi e con noi, non scompare con lui: lo continuerete a vedere. Continueremo a vederlo sempre, dietro o davanti alla telecamera, non importa. Sarà ‘dentro', come un amico e un collega, come un fratello morto nell’esercizio del suo e del nostro dovere. Ai suoi familiari, a suo zio il collega Lullo Sergi, le nostre condoglianze e quelle del nostro Network, del nostro direttore, di tutti. Ciao, Michele".

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