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Le rompe lo specchietto dell’auto, lo uccide a colpi di zappa: condannata a 22 anni

L’agguato, a colpi di coltello, zappa e spranga, consumato l’8 luglio del 2018 nell’Agrigentino, avvenne mentre Costantin, insieme alla moglie, rimasta ferita nel tentativo di difendere il marito, e al figlio stava rientrando a casa dopo un battesimo. Già condannati col rito abbreviato a 30 anni il coniuge e il figlio di Anisoara Lupascu.
A cura di Biagio Chiariello
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I giudici della Corte di assise di appello di Palermo hanno confermato la condanna a 22 anni di carcere per Anisoara Lupascu, una donna di 41 anni colpevole dell'omicidio del bracciante trentasettenne Constantin Pinau avvenuto l'8 luglio 2018 a Naro, nell'Agrigentino. Secondo la ricostruzioni, donna armata di zappa, spranga di ferro e coltello, insieme al marito Vasile Lupascu, e al figlio Vladut, avrebbe così vendicato la rottura di uno specchietto, uno dei tanti affronti subiti. Il primo verdetto era stato emesso il 26 giugno 2020 dalla Corte di assise di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato. I due uomini erano stati condannati a 30 anni nel troncone abbreviato. I giudici hanno riqualificato da tentato omicidio a lesioni l’accusa in relazione all’aggressione ai danni della donna. Resta in piedi l’aggravante della premeditazione ma non quelle dei futili motivi e della minorata difesa. Sono state, inoltre, concesse le attenuanti generiche.

L'aggressione a colpi di zappa e spranga

La ricostruzione dell’episodio era subito chiara agli inquirenti. L'agguato, avvenuto sotto casa della vittima, era scattato dopo una serie di screzi scanditi da aggressioni e denunce reciproche tra la vittima e la famiglia Lupascu. Poco prima dell’omicidio, Costantin avrebbe rotto uno specchietto all’auto di Vasile che, assieme al figlio e alla moglie, ha organizzato una rappresaglia: i tre, armati di zappa, coltello e spranga avevano brutalmente pestato Costantin insieme alla moglie: i due tornavano da un battesimo. L'uomo era morto poco dopo mentre la coniuge, che aveva cercato di difendere il marito, era stata colpita al braccio e aveva riportato una frattura.

La difesa della donna

"La donna non ha partecipato all’agguato – aveva sostenuto il difensore, l’avvocato Diego Giarratana -, è arrivata dopo perchè le avevano detto che suo figlio era stato ucciso da Pinau". L’imputata dovrà pure risarcire la vedova e i figli di Constantin Pinau che si sono costituiti parte civile. Decisa anche una provvisionale (anticipo del risarcimento, subito esecutivo) di 50.000 euro ciascuno. Risarcimento unico di 10.000 euro, invece, per un amico di Pinau che intervenne in difesa della coppia, dopo la prima aggressione, e che sarebbe stato picchiato dalla donna, tornata indietro sul luogo dell’agguato, pare, per recuperare il telefono che le era caduto.

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