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Lavoratori con partita Iva a rischio collasso: “È una catastrofe, non vediamo futuro”

Fanpage ha incontrato diverse categorie di lavoratori siciliani con partite Iva, come ristoratori, titolari di bar, b&b, negozi di abbigliamento, parrucchieri ed estetisti, ormai indeboliti psicologicamente e con la grande difficoltà di non riuscire a vedere una luce di speranza in un futuro fatto di incertezze e di paure:”È una catastrofe perché non ci sono aiuti”
A cura di Francesco Bunetto
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I lavoratori con partita Iva si preparano a fare i conti con la fase due e sono prossimi alla graduale riapertura di diverse attività commerciali, per mettere in moto un'economia ormai al collasso. Fanpage.it ha incontrato diverse categorie di lavoratori siciliani con partite Iva, come ristoratori, titolari di bar, b&b, negozi di abbigliamento, parrucchieri ed estetisti, ormai psicologicamente deboli e in grande difficoltà di riuscire a vedere una luce di speranza in un futuro fatto di incertezze e di paure.

Negozi di abbigliamento riapertura il 18 maggio

Saracinesche abbassate e merce in attesa di essere sistemata. Nel frattempo le tasse arrivano e l'affitto dei locali si deve pagare. "C'è tanta tristezza e tanta paura a riaprire – ha detto a fanpage.it Miriam Incardona, titolare di un negozio di abbigliamento – perché il 18 maggio non sai a cosa vai incontro però le scadenze e i vari pagamenti devono essere affrontati se no c'è la chiusura totale. Le 600 euro – continua Miriam – non sono servite a nulla se non a pagare forse e solamente la luce e tutto il resto è rimasto insoluto. "Vedere tutto spento e vedere tutto il capitale buttato dentro il negozio mi deprime". Conclude – Se noi commercianti al dettaglio oltrepassiamo maggio, diventa ancora peggio perché la stagione è quasi terminata"

Tra gli ultimi ristoranti, bar, parrucchieri ed estetisti

Molti ristoratori, parrucchieri e centri estetici, si stanno organizzando per provvedere alle indicazioni contenute nel Dpcm. Mantenere un metro di distanza tra i tavoli, porte di ingresso e uscita differenziate, pagamenti digitali al tavolo, pulizia e sanificazione. Anche se, per i bar, dal 4 maggio sarà consentito andare a comprare cibo da asporto, da consumare a casa o in ufficio, rimane sempre il dubbio di avere la giusta clientela in termini economici.

Bar. "Sarà una perdita"

Mi manca l'odore del cornetto appena sfornato – afferma Valter Raniolo, titolare di un bar – mi manca il primo cliente che viene e dice: Buongiorno, come va, tutto bene? Vengo qua e vedo il bar vuoto, mi rattrista e mi viene anche da piangere. Chiediamo l'eliminazione dei tributi locali – continua Valter – non elemosina ma la spinta giusta per ripartire. Avrò un calo di posti del 75% e sono sicuro che – conclude – con tutta la speranza e la voglia che ci metteremo, i risultati non saranno efficaci e soddisfacenti per tutti".

Ristorante. "Come devo fare?"

"Questa è una catastrofe perché non si vedono aiuti concreti e non si vede un futuro – ha detto a fanpage Francesco Napoli, titolare di un ristorante – la riapertura sarà tragica soprattutto in termini economici perché da 120 posti sono riuscito a rimediare a 24. E i miei dipendenti? Attendono ancora la cassa integrazione e saranno a carico mio – continua – non posso metterli in ferie perché dovrò passare lo stipendio e non posso licenziarli. E l'affitto? Sono indietro di 6mila euro. Come devo fare? Conclude – Ad oggi non ci sono provvedimenti adatti per questa gravissima situazione".

Parrucchiere. "Troppi debiti"

"Ripartirò con metà clienti – ha detto Walter Parisi, parrucchiere – ho un salone di 7 posti e ho ridotto tutto a metà. Con i 600 euro – continua Walter – non sono riuscito a coprire nessun debito, ho famiglia e voglio uscire dignitoso da questa situazione come lavoratore e come padre. Sicuramente dovrò munirmi di parete in plexiglas ma i costi di acquisto sono davvero esagerati. Conclude – "Spero solo in un'aiuto e sostegno per ripartire il primo giugno altrimenti sono sicuro che molte partite Iva chiuderanno".

Estetista. "Molto amareggiata"

La richiesta di noi estetiste, centri estetici, centri benessere, centri tattoo – ha detto Josefina Drago, titolare di ingrosso, scuola regionale e centro estetico – tutto ciò che sono tasse, Inps, tributi, dato che siamo stati chiusi, vengano completamente aboliti non spostati. Continua Josefina amareggiata rivolgendosi al Governo: "Per voi è possibile che io debba pagare 120 euro una confezione di mascherine che in un giorno, si può dire, che posso averle finite tra collaboratori, operatori e clienti? E io i miei trattamenti quanto li devo vendere? lo sapete che un baffetto e sopracciglia in un centro estetico costano 5 euro? Ma se con 5 euro li spendo solamente per sanificare l'ambiente, come faccio a continuare a dare questo servizio? Come faccio ad aprire la saracinesca e poter fare i trattamenti? Voi lo sapete che aprile, maggio e giugno, per noi sono i mesi che ci permettono di respirare e guadagnare e per poter pagare tutto quello che c'è da pagare durante l'anno? Gli eventi come cresime, comunioni, spose, battesimi, non esistono e quindi, a prescindere, noi non avremo un incasso maggiore o minore, non avremo incasso. Conclude Josefina – "Se decidete di farci aprire, fateci aprire con il giusto aiuto, con i controlli ai lavoratori in nero, con i controlli all'interno e con questi presidi, come mascherine e disinfettanti, che non possiamo comprare noi perché oggi hanno dei prezzi sconvolgenti e che dovete aiutare a fornirli voi".

Turismo. Non è chiara l'apertura dei b&b

Non sono ancora chiare le indicazioni sull'apertura di case vacanze, b&b e hotel. La certezza è che tutte le prenotazioni, per maggio, giugno e luglio, sono state cancellate. "I nostri turisti – ha detto Gaetano Pace, titolare di un b&b – arrivano in Sicilia per le nostre bellezze architettoniche, paesaggistiche e culturali, ma le cancellazioni delle prenotazioni sono state come un terremoto e dovessi aprire per una o due prenotazioni non mi conviene – continua Gaetano – dovrei affrontare una cifra di almeno 700, 1000 euro per fare tutte le sanificazioni,  cioè per fare che cosa, per prendere 200 euro? Conclude –  il rischio che corriamo è quello della non riapertura o della riapertura molto problematica.

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