La Sardegna, unica regione d’Italia in zona bianca, è ultima per vaccinazioni somministrate
È uno strano caso quella della Sardegna, da ormai due settimane unica regione in zona bianca, visti i numeri sempre più contenuti circa la diffusione nel Covid nella regione stessa. Eppure c'è un altro dato interessante, quello che riguarda le vaccinazioni effettuate nell'isola che ad oggi conta 156.635 dosi di vaccini anti-Covid somministrate, rispetto alle 246.870 dosi ricevute, con una percentuale del 63,4 percento. Di fatto la più bassa in Italia che rispetto ai dati aggiornati ad oggi conta 7.366.138 di somministrazioni in tutto il Paese per un totale di 2.303.002 persone vaccinate, ovvero alle quali sono state somministrate sia la prima che la seconda dose.
Numeri che pongono la Sardegna come fanalino di coda nella campagna vaccinale in Italia e che ha imposto alla Regione un'accelerazione necessaria con l'apertura di quattro nuovi hub nelle principali città dell'isola: con l'inaugurazione dell'hub vaccinale di Sassari, che si aggiunge a quelli già attivi alla Fiera di Cagliari e nella palestra dell'istituto Ciusa Nuoro, arriverà lunedì prossimo quello di Olbia così come annunciato dall'assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu. "Noi siamo gli ultimi perché rispettiamo le direttive del governo conservando il 30% delle dosi: questo in altre regioni non viene osservato", ha spiegato l'assessore in merito alla percentuale che vuole la Sardegna ultima per dosi inoculate rispetto a quelle ricevute. Secondo quanto riportato da Agi, tra questa settimana e la prima di aprile, è previsto l'arrivo di ulteriori 136 mila dosi di vaccino: nello specifico giungeranno in Sardegna 56 mila dosi Pfizer, 22 mila Moderna e 58 mila AstraZeneca, il cui impiego riprenderà oggi a livello nazionale.
Sardegna, siglato accordo tra Regione e medici di base per la somministrazione dei vaccini
Ed è proprio di ieri la notizia dell'accordo raggiunto tra la Regione Sardegna e i medici di base sul loro utilizzo nella campagna vaccinale anti Covid-19, grazie al quale i medici potranno somministrare i vaccini in centri ad hoc istituiti dall'Ats, nel proprio studio, ove possibile,, in strutture messe a disposizione dai Comuni o dalla Protezione civile, presso il domicilio del paziente. L'obiettivo, secondo quanto spiegato dal segretario regionale della Fimmg, Umberto Nevisco è raddoppiare le dosi giornaliere somministrate nel capoluogo, con l'apertura di un secondo hub, e passare così da una media di 1.200 dosi fino a 3 mila, con la collaborazione dei medici di famiglia che si metterebbero a disposizione nel secondo hub. Un'idea quella dell'impiego dei medici di famiglia che non trova l'appoggio del sindacato autonomo Snami secondo cui la medicina generale è allo stremo e "il progetto della Regione è pieno di criticità e non porterà ad accelerare le vaccinazioni". I medici di famiglia, secondo il vicepresidente Edoardo De Pau, sono oberati di lavoro e incombenze burocratiche che la pandemia ha reso ancora più gravose".