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La ‘ndrangheta si nutre di tossicodipendenti e imprenditori disperati

Il mercato internazionale della droga continua ad arricchire la ‘ndrangheta che non smette di servirsi delle sue vittime per rafforzare il propio dominio. Come ogni oppressore riduce in schiavitù i più deboli. La dipendenza è l’arma con cui inganna le sue prede. E una volta cadute nella trappola, perdono la loro libertà.
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L'operazione “Crypto” ha svelato traffici di cocaina legati alle ‘ndrine. All'alba di ieri i finanzieri del comando provinciale di Catanzaro e del servizio centrale investigazione criminalità organizzata della guardia di finanza di Roma, sotto il coordinamento della Dda di Reggio Calabria, hanno arrestato 57 persone. Dal Nord Europa e dalla Spagna veniva importata la merce e poi smistata in diverse regioni.

La ‘ndrangheta continua a nutrirsi di tossicodipendenti e imprenditori disperati per espandersi e diventare "indispensabile" per le sue vittime. Lo fa in silenzio, come sempre. E intanto, rafforza le sue relazioni internazionali approfittando di tutte le crisi che creano confusione. Piernicola Silvis, ex questore di Foggia e autore del libro "La Pioggia" a Fanpage.it dice: "La ‘ndrangheta è una criminalità fiorente, in questo momento. Si rende indispensabile per i cocainomani e gli eroinomani di tutta Europa. Dall'Italia all'Inghilterra. Passando dalla Spagna e l'Olanda. Gestisce il traffico di eroina dal Messico, Turchia e Afganistan. Vedremo come i talebani gestiranno questo mercato. Perché sono immissioni di soldi notevolissime. L'Afghanistan è il maggior produttore di eroina al mondo e la criminalità organizzata si è sempre infilata nelle questioni politiche".

‘Ndrangheta e mercato della droga: le fasi

La ‘ndrangheta ha il suo modo di gestire il mercato clandestino della droga e la crisi economica attuale serve su un piatto d'argento tutto il necessario per "lavorare" indisturbata. "Prende i soldi dagli stupefacenti. Investe in aziende, ristoranti, alberghi e altre attività per ripulire il denaro. I soldi puliti, poi, vengono reinvestiti ancora nella droga e il giro continua – spiega l'ex questore di Foggia Piernicola Silvis e continua – Utilizzerà la crisi delle aziende sostenendo l'immissione di ingenti somme di denaro. Quello che non fanno le banche, lo fa la criminalità organizzata. Non sono solo i boss ad avvicinarsi agli imprenditori. Anche gli imprenditori, disperati, probabilmente si avvicineranno alla ‘ndrangheta. E quando un' azienda subisce un'immissione di denaro così forte dalla criminalità organizzata, poi diventa dipendente. L'imprenditore diventa ‘nessuno' e il boss diventa il capo. E questo genera un costante inquinamento dell'economia legale".

I dati della comunità di San Patrignano

Oggi le misure di sicurezza anti covid stabilite dal Governo potrebbero rallentare il percorso di tutte quelle persone che vogliono disintossicarsi. A Fanpage.it. Matteo Diotalevi, referente della comunità di San Patrignano ha detto: "Causa covid, per entrare ci sono delle norme piuttosto rigide di quarantena e quant'altro da rispettare. Noi abbiamo ripreso gli ingressi, ma sono inferiori al passato". Secondo l'Osservatorio tossicodipendenza San Patrignano 2021, "analizzando la totalità degli ingressi del 2020 e dei ragazzi entrati fino a fine aprile 2021 le persone accolte sono state solo 241 a fronte degli oltre 400 degli anni passati". Le analisi svolte sulle persone entrate in questa comunità durante il periodo preso in considerazione dimostrano che la sostanza più utilizzata rimane la cocaina, pari al 96%. Un dato "mai così alto in questi ultimi cinque anni di redazione dell'Osservatorio", si legge nella ricerca della comunità di San Patrignano.

Perché la ‘ndrangheta è la mafia più potente del mondo

Secondo Luigi Bonaventura – ex ‘ndranghetista che da 14 anni collabora con la giustizia e continua a essere fondamentale per la lotta alle mafie – la ‘ndrangheta è considerata un partner commerciale di estrema importanza dai cartelli della droga di tutto il mondo per tre motivi: paga, ha pochi pentiti ed è la più radicata. "Questa organizzazione è costruita su delle regole create per proteggerla. Regole che altre organizzazioni non hanno. Non c'è un capo assoluto perché è un mostro a più teste. Il cuore della ‘ndrangheta viene chiamato ‘La mamma'. E con mamma si intende anche il paese di San Luca -in provincia di Reggio Calabria spiega Bonaventura e aggiunge – un simbolo per gli ‘ndranghetisti. È come Gerusalemme".

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