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La moglie diplomatica scappa con la figlia all’estero, il padre: “In Ecuador da un mese”

Da un mese e più ormai la piccola Isabella si trova con sua madre in Ecuador, dopo che la donna è partita con l’ausilio di un passaporto diplomatico senza consultare l’ex compagno, padre della bambina. Da allora l’uomo lotta ogni giorno per ottenere il ritorno a casa della bambina. “La mia ex compagna l’ha portata via dall’oggi al domani senza il mio consenso avvalendosi della sua posizione – spiega -. Voglio che il governo Ecuadoriano tuteli la bimba dall’illecito”
A cura di Gabriella Mazzeo
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L'ultima volta che ha visto la figlia di sette anni, sembrava essere un giorno come un altro. Non immaginava che da quel pomeriggio non ne avrebbe più avuto notizia: avrebbe scoperto l'allontanamento della sua bambina soltanto tramite la scuola, che gli ha detto delle ripetute assenze della piccola in classe da almeno una settimana. Da allora, questo papà di Genova ha fatto di tutto per rimettersi sulle tracce della piccola. Una storia che avevano lanciato più agenzie di stampa: la bimba è stata portata via dalla madre, per una destinazione che non era nota. Non erano chiari i motivi, né si sapeva quanto sarebbe durato l'allontanamento. La donna, con la quale l'affido della minorenne era condiviso, è una diplomatica per l'Ecuador, residente a Genova da molti anni. Con la bambina è partita usando un passaporto diplomatico sul quale il padre, come racconta a Fanpage.it, aveva già avvertito le autorità.

Ne aveva chiesto il ritiro dopo due episodi di allontanamento senza essere informato: tutte e due le volte, la madre della bambina aveva asserito di aver portato con sé la piccola solo per una vacanza, con rientro previsto in Italia il prima possibile. "Tutte e due le volte – racconta il padre – avevo potuto parlare con la bimba in tempi brevi. Questa volta non sapevo della sua partenza e non sapevo neppure dove fosse diretta".

Aveva già chiesto il ritiro di quel documento di viaggio?

Sì, due volte. Dopo i due allontanamenti senza preavviso, avevo chiesto alle autorità il formale ritiro del documento alla bambina ma questo non è avvenuto. Infatti si è verificato quello che temevo.

Sua moglie avrebbe avuto motivo di allontanarsi?

Che io sappia no. Ha un ruolo diplomatico per l'Ecuador a Genova, abbiamo un affidamento condiviso e io mia figlia la sentivo tutti i giorni. L'unica motivazione che può venirmi in mente riguarda il suo ruolo diplomatico: il partito politico per la quale la mia ex compagna era entrata in questo ambiente, probabilmente perderà le prossime elezioni. Forse il suo ruolo potrebbe venire meno. Si tratta solo di un mio pensiero, non so molto a riguardo. Non so neppure se in questo momento lei ricopra o meno un ruolo diplomatico, dall'Ecuador nessuno risponde a riguardo.

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In che senso?

Nel senso che il governo Ecuadoriano sta appoggiando quello che è a tutti gli effetti un reato da parte di un esponente: la mia ex compagna ha portato via mia figlia dall'oggi al domani servendosi di un passaporto diplomatico legale, certo, ma comunque non adibito all'uso che ne ha fatto. A me il ministero Ecuardoriano ha detto che la sottrazione di minore non c'era, perché il documento è assolutamente legale e perché si trattava di un "ritorno in patria". Isabella ha sempre vissuto in Italia, non è assolutamente ritorno al suo paese perché è l'Italia casa sua. La mia bambina è nata qui, andava a scuola qui e dall'oggi al domani è stata sbattuta dall'altra parte del mondo con chissà quali spiegazioni. Da più di un mese non posso parlarle.

Sulla sottrazione di minore, invece?

Mi hanno detto che non era questo il caso perché il documento è legale. Vero, è legale, ma io ne avevo chiesto la sottrazione per motivi validi e soprattutto resta il fatto che quel documento, del tutto legale, è stato usato per strapparmi mia figlia senza preavviso. Non è qualcosa che risponde a nessuna legge della giustizia e dell'umanità. Abbiamo davanti una persona di un corpo diplomatico che ha commesso un reato e che è spalleggiata in questo momento dalle azioni di un governo che non fa niente per far tornare Isabella e rispondere a un illecito.

Lei sa in questo momento dove si trova la bambina?

Sì, è a casa dei nonni. Sono tutte cose che ci sono state dette grazie all'intercessione del console italiano, ma sua madre non si è mai degnata di rispondermi al telefono. Il console in Ecuador ha chiesto formalmente la visita consolare e la mia ex compagna non ha neppure risposto. Ha quindi dovuto fare appello al governo centrale che pure ha risposto ed è stata accordata questa visita giusto per sincerarsi delle condizioni di salute fisiche e psicologiche della mia Isabella. Io però non posso parlarne e soprattutto si trova in un paese sconosciuto da un mese senza che io abbia acconsentito

Dal governo italiano cosa ha saputo?

Abbiamo avuto notizie soltanto dal console italiano, il governo centrale non si è palesato. La mia è una storia che è emersa con molta difficoltà nei media italiani, eppure stiamo parlando di un Paese con il quale l'Italia ha a che fare tutti i giorni. In questo momento c'è un minore prigioniero in Ecuador e nessuno sta facendo niente. Sono disperato, le ho provate tutte e di certo non mi fermerò. Ho anche rilasciato interviste in Ecuador per arrivare alla mia Isabella.

Nell'ambiente consolare genovese, invece?

Ho provato a interfacciarmi con un altro esponente della diplomazia Ecuadoriana a Genova. Questa persona frequentava casa della mia ex, conosce Isabella e gentilmente mi aveva detto di non sapere nulla. Le ho chiesto di tenermi aggiornato, ma la sera del 5 marzo mi ha chiamato al telefono completamente ubriaca minacciandomi e parlando anche di mia figlia. Ho fatto formalmente denuncia, allegando la documentazione anche al governo ecuadoriano e all'ambasciata a Roma oltre che al Ministero degli esteri. Ancora oggi non ho ricevuto alcun riscontro. Mi sembra assurdo che un esponente della diplomazia Ecuadoriana possa permettersi tanto: si tratta di persone che per stipendi incredibili rappresentano una comunità che a Genova si spacca la schiena per pochi soldi. Non possono permettersi una condotta simile e farla franca. Mi sembra di esser stato lasciato solo da due Paesi.

Le interviste in Ecuador non sono riuscite a sollevare il dibattito?

Il dibattito serve se qualcuno interviene: dopo la telefonata del 5 marzo qualcuno mi ha chiesto se ho paura, soprattutto durante le mie interviste in Ecuador. Ho risposto in due modi: il primo è che chi ha paura di morire muore tutti i giorni, e oggi più che mai mi sembra vero. Il secondo credo sia quello che meglio riassume la situazione: non solo questa è un'ingiustizia, ma Isabella è mia figlia. Non posso privarmi di una figlia, privare lei di un padre che la ama e privare il suo fratellino di un affetto come quello di una sorella. Non mi fermerò davanti a niente. Combatto tutti i giorni per questa bambina. Non chiedo di superare gli altri casi simili al mio, perché siamo tanti, anche se per quanto riguarda mia figlia sono stati utilizzati dei mezzi legali per un illecito e il tutto si svolge in ambienti diplomatici. Il rimpatrio, tra l'altro, farebbe affidamento al tribunale dell'Ecuador. Voglio solo che si faccia il possibile per farla tornare quanto prima. Non voglio assistere a una trafila di un anno per poi sentirmi dire che no, non tornerà.

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