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L’arresto di Rocco Morabito, il boss amante della bella vita viveva in una villa in Uruguay

Latitante da più di 20 anni, da almeno 13 Morabito viveva in Uruguay con la famiglia grazie a una nuova identità brasiliana e da lì continuava a gestire i suoi affari. A tradirlo è stata l’iscrizione a scuola della figlia col suo vero nome.
A cura di Susanna Picone
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Rocco Morabito, boss della ‘ndrangheta latitante da 23 anni, domenica scorsa è stato arrestato in Uruguay dopo mesi di intense attività di cooperazione internazionale ed intelligence. Nato ad Africo, in provincia di Reggio Calabria, nell'ottobre del 1966, il boss della coca di Milano viveva in Uruguay da una decina d'anni ed era considerato in Italia uno dei dieci mafiosi più ricercati. Lo hanno preso in un hotel a Montevideo insieme alla moglie, una donna angolana con passaporto portoghese. Nelle operazioni che hanno portato all'arresto la polizia uruguaiana ha confiscato tra l'altro 13 cellulari, una pistola, 12 carte di credito, assegni in dollari e 150 foto carnet con il viso del detenuto. Amante della bella vita, il boss della ‘ndrangheta risiedeva da 13 anni nella località balneare di Punta del Este col nome di Francisco Capeleto, una falsa identità che gli aveva permesso di ottenere una carta d'identità uruguayana. Gli inquirenti, che credevano che il latitante fosse riuscito a fuggire in Brasile, sono arrivati a un punto di svolta delle indagini nel momento in cui, sei mesi fa, Morabito ha iscritto una figlia a scuola sotto il suo vero nome. Un errore che è saltato subito agli occhi delle autorità e che ha permesso l'apertura di un'indagine e la cattura del latitante.

La villa con piscina del boss della ndrangheta

Dando notizia dell’arresto del boss, il ministero degli Interni uruguayano ha anche diffuso alcune fotografie dell'abitazione sudamericana di Morabito: una lussuosa villa con piscina da cui gestiva i suoi affari. Nella perquisizione all'interno dell'abitazione gli agenti hanno confiscato al criminale una pistola, un coltello, due autovetture, 13 cellulari, 12 carte di credito, contanti e assegni in dollari. Morabito è accusato di aver fatto parte tra il 1988 e il 1994 di un'organizzazione criminale coinvolta in traffico internazionale di stupefacenti, nella quale organizzava il trasporto della droga in Italia e la distribuzione a Milano. La sua avventura criminale a Milano cominciò all'età di 25 anni quando era arrivato in città entrando subito nei canali di controllo dello spaccio di cocaina.

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