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Integratore per problemi di erezione ritirato, allerta del Ministero: “Non deve essere consumato”

Si tratta di un prodotto cinese contro l’impotenza chiamato “Passion & Pleasure” (lotto 12/2018 e scadenza 06/2020), segnalato attraverso il sistema di allerta rapido Rasff per la presenza di sostanze non consentite.
A cura di Biagio Chiariello
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Ancora un avviso di sicurezza per un integratore alimentare pubblicato sull’apposita sezione del sito del Ministero della Salute. Questa volta si tratta di un prodotto cinese chiamato “Passion & Pleasure” (lotto 12/2018 e scadenza 06/2020), contro i problemi di erezione segnalato attraverso il sistema di allerta rapido Rasff per la presenza di sostanze. “Tramite il sistema d'allerta RASFF per alimenti e mangimi è stato segnalato il riscontro sul mercato nazionale di un integratore alimentare contenente sostanze ad attività farmacologica non consentite” si legge sul sito del ministero. “L'integratore denominato “Passion & Pleasure”, lotto 12/2018, con scadenza 06/2020 risulta prodotto in Cina dalla ditta  Sichuan Wellong Pharmaceutical co. Ltd. Le analisi di laboratorio hanno rilevato la presenza di Sildenafil, Tadalafil, Vardenafil oltre a Thiosidenafil e Thiohomosilsildenafil /dimetilthiosisildenafil. Chiunque avesse acquistato il prodotto è invitato a non consumarlo e a consegnarlo al rivenditore o al servizio igiene degli alimenti e nutizione della Asl”. Il prodotto risulta venduto anche on line. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per una tutela dei consumatori raccomanda di non consumare tale prodotto.

Solo una decina di giorni fa, il ministero della Salute aveva diffuso un altro avviso per alcuni integratori alimentari contenenti questi principi attivi e provenienti dalla Cina. Si trattava dei prodotti BioAcVit, BioAcVit Forte, Torexan, Devit Forte, Devit Solo Piante e Bull Extreme. In precedenza era toccato agli integratori alimentari a base di curcuma: quindici casi di erano stati segnalati all’Istituto superiore di sanità (Iss) riguardanti una forma di epatite colestatica acuta, non infettiva e non contagiosi. Casi secondo il Ministero della Salute potenzialmente riconducibili proprio al consumo della spezia contenuta in alcuni prodotti in vendita.

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