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Inchiesta rifiuti Fanpage.it, Bettin: “Soldi sporchi in un progetto regolare”

Gianfranco Bettin, presidente della Municipalità di Marghera, città protagonista del quarto video dell’inchiesta “Bloody Money” di Fanpage.it: “Finora avevamo conosciuto iniziative criminali totalmente o in gran parte sporche. Ma questa volta è più pericoloso, perché colpirebbero l’economia e le imprese pulite e lungimiranti”.
A cura di I. A.
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Gianfranco Bettin (Facebook).
Gianfranco Bettin (Facebook).
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Nel quarto video dell'inchiesta sui rifiuti "Bloody Money" di Fanpage.it lo scenario si sposta dal Sud al Nord, in particolare a Venezia, dove ci sarebbe in ballo un grosso progetto industriale nell'area di Marghera. È questo quello di cui discutono Nunzio Perrella, ex boss di camorra, e Maria Grazia Canuto, la "Dama di Mezzo" che svolge il ruolo di presunto intermediario tra l'infiltrato per il giornale diretto da Francesco Piccinini e una cordata di imprenditori locali per la conclusione dell'affare. Sulla vicenda è intervenuto anche Gianfranco Bettin, presidente proprio della Municipalità di Marghera, dove è stato eletto nel 2015 tra le fila del centro sinistra, che ha definito il lavoro del giornale online "meritorio e coraggioso".

Lo ha fatto in una nota, poi pubblicata anche sul suo profilo Facebook, in cui sottolinea come "finora avevamo conosciuto iniziative criminali totalmente o in gran parte sporche. Questa volta sembra di essere di fronte all'ingresso di capitali sporchi, di origine criminale in un progetto di per sé, almeno all'apparenza regolare". Per Bettin "si configurerebbe l'applicazione a una realtà industriale che attualmente è in evoluzione, del modello già conosciuto nel Veneto orientale, dove la camorra e altre congreghe affaristico-criminali riversano da anni capitali sporchi in progetti di per sé leciti, nello sviluppo immobiliare, grazie ad amministrazioni compiacenti o corrotte, e nella filiera turistica e commerciale". Ma attenzione ai possibili futuri sviluppi della vicenda. "Qualcosa del genere, a Venezia, è già avvenuto nell'enclave di fatto rappresentata per decenni dal Tronchetto: capitali sporchi in attività sulla carta regolari – ha continuato -. Una distorsione di questo tipo a Porto Marghera, in una fase di rapida trasformazione, di possibile riutilizzo di aree disponibili e di siti industriali da rigenerare, sarebbe oggi molto pericolosa, colpirebbe l'economia e le imprese pulite e lungimiranti in favore di avventurieri e predatori da cui dobbiamo guardarci attentamente. Serve dunque la massima chiarezza, che forse solo l'intervento della magistratura oggi può garantire insieme alla reazione di tutte le istituzioni coinvolte e delle forze sociali e politiche del territorio".

 

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