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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Ilaria Cucchi chiede incontro pubblico a Salvini. Lui: “Va bene, ma continuo a difendere le forze dell’ordine”

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha dichiarato di voler incontrare Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ucciso in circostanze ancora da chiarire nel 2009: “Voglio dire che sono pronto ad incontrare volentieri la famiglia e a vedere il film. Ma anche a continuare a difendere la possibilità di lavorare delle nostre forze dell’ordine. Se in pochi o pochissimi hanno sbagliato indossando una divisa vanno puniti anche più degli altri ma difendo il diritto alla sicurezza”.
A cura di Charlotte Matteini
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Stefano Cucchi e la sorella Ilaria
Stefano Cucchi e la sorella Ilaria
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Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha risposto positivamente all'invito di Ilaria Cucchi, la quale pochi giorni fa su Facebook ha scritto un post chiedendo al capo del Viminale un incontro. "Voglio dire che sono pronto ad incontrare volentieri la famiglia e a vedere il film. Ma anche a continuare a difendere la possibilità di lavorare delle nostre forze dell'ordine. Se in pochi o pochissimi hanno sbagliato indossando una divisa vanno puniti anche più degli altri ma difendo il diritto alla sicurezza, a una vita serena alle centinaia di migliaia di forze dell'ordine che devono essere facilitate e non ostacolate. Ma ribadisco la mia disponibilità a incontrare i famigliari e a spiegare cosa farò da ministro", ha replicato Salvini.

Ieri sera, dopo la proiezione del film ‘Sulla mia pelle' di Alessio Cremonini, la sorella di Stefano Cucchi aveva dedicato un post a Salvini, avanzando una richiesta d'incontro: "Voglio incontrare questo famoso ministro Salvini. Pubblicamente. Guardarlo negli occhi. Senza dire nulla. Fargli abbassare quello sguardo freddo ed inespressivo. A Ste, questo non avrà mai il coraggio. E poi lui si che fa parte della casta. Non abbiamo giustamente preso un euro da questo film ma la soddisfazione è tanta. Tu sei un atto d’accusa vivente, sì, vivente, contro quel modo di pensare ignorante e violento. Tu che di violenza sei morto. Ti abbraccio forte forte".

Sono profondamente commossa.
Provata. Guardo il cielo sperando di poter incontrare il tuo sguardo.
Non vedo nulla. Solo le luci accese della sala Darsena dove è appena terminato il film sulla tua morte. Sento gli applausi della gente. Prendo l’abbraccio di Alessandro e Jasmine e poi anche quello di Max. Le 1500 persone che stipano il cinema si stringono tutte intorno, quasi tutte in lacrime.
Questa è la gente intorno a noi.
Qualcuno ha detto che dopo un fermo ci può scappare qualche schiaffo, qualche pugno.
E se poi il fermato cade e si fa male pazienza. Niente legge contro la tortura perché lega le mani alla Polizia.
Ma la Polizia non sente il bisogno di avere quelle mani libere che sarebbero sporche di sangue. Forse magari il sindacato di Tonelli la pensa diversamente ma la Polizia del comandante Gabrielli è altra cosa.
Ste ti sei preso qualche schiaffone. Qualche pugno. Qualche calcio. Sei caduto e ti sei fatto male. Molto male. Ma ce ne dobbiamo fare una ragione io te mamma e papà.
In fin dei conti questo qualcuno è ora il ministro dell’interno. Ora, ironia della sorte, sta facendo passerella e cene di gala a Venezia.
Voglio incontrare questo famoso ministro Salvini. Pubblicamente. Guardarlo negli occhi.
Senza dire nulla. Fargli abbassare quello sguardo freddo ed inespressivo.
A Ste, questo non avrà mai il coraggio. E poi lui si che fa parte della casta.
Non abbiamo giustamente preso un euro da questo film ma la soddisfazione è tanta.
Tu sei un atto d’accusa vivente, sì, vivente, contro quel modo di pensare ignorante e violento. Tu che di violenza sei morto.
Ti abbraccio forte forte. Come hanno abbracciato me.
Notte

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