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Opinioni

Il fascismo fa schifo come una fogna, ma a prenderli a schiaffi si diventa come loro

Per combattere il fascismo non possiamo trasformarci in fascisti, troppo banale. Dobbiamo trovare l’antidoto, osare l’impossibile, sfidarli in terreni non convenzionali. Inseguirli fino sotto casa e leggergli un libro, ad altissima voce.
A cura di Saverio Tommasi
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Per insegnare a un bambino che è sbagliato dare botte, non lo si può prendere a schiaffi.  Facciamo un passo indietro. Il fascismo fa schifo come una fogna che strabocca quelle cose che di solito dentro le fogne dovrebbero rimanerci. Ma quando le fogne straboccano, non ci si può trasformare in un liquame equivalente a quello che nelle fogne si vorrebbe rimettere. Perché poi finisce che i liquami si confondono e le violenze diventano indistinguibili.

Gli esempi sono semplici perché vorrei che il concetto fosse chiaro senza possibilità di sviarlo: se un gruppo aggredisce un singolo è fascismo, al di là del nome e della motivazione per cui lo fa Parafrasando Tom Hanks, e copiando Mauro Biani: “fascista è chi il fascista fa”.

E non mi importa sapere che quel singolo là preso dal gruppo, legato e picchiato – faccio l'esempio di Palermo – ha la fedina penale zeppa di reati osceni. Non mi interessa neanche se nello stesso giorno, a Perugia, un ragazzo di Potere al Popolo è stato accoltellato da un militante di Casa Pound. O meglio: mi interessa moltissimo, ma non come una giustificazione allo specchio. Se tu usi i mezzi dei fascisti, sei uguale a loro. Non peggiore ma uguale, che per chi voleva distinguersi spero suoni come la peggiore delle offese.

Oggi siamo in democrazia, non in dittatura, e se abbiamo a cuore la prima – e in odio la seconda – dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti democratici a nostra disposizione. Che a forza di utilizzare la democrazia, questa migliora. È come un buon paio di scarpe, la democrazia, prende la forma del piede di chi la usa. Chi vuole la dittatura, invece, sarà coerente con se stesso nell'usare gli strumenti non consentiti dalla legge.

Per questioni complesse – come il ritorno di movimenti neofascisti in Italia – occorrono ragionamenti alti, mentre violenza scaccia violenza è una risposta banale, ancora prima che fallimentare. Violenza contro violenza è il bambino di nove mesi che spinge l'altro, e l'altro che lo spinge di nuovo, e visti da fuori risultano quello che sono: due bambini bizzosi, senza ragioni né torti.

Le parole possono cambiare il mondo, lo hanno già fatto. I pugni, i tirapugni, le spranghe, i cappucci e i sassi, sono l'eiaculazione di un impotente: per un attimo si sente dio, ma la verità è che avrà presto bisogno di un fazzoletto.

Inseguiamoli pure i fascisti. Aspettiamoli sotto casa, o attendiamo il momento in cui si affacceranno alla finestra, perché prima o poi si affacceranno, no? Ecco, quando lo faranno siate pronti. E se davvero volete fargli un dispetto, ai fascisti, leggete loro un libro ad alta voce. Del resto, come dicevano i muri a Bologna, ogni volta che costruisci una biblioteca, muore un negazionista.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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