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Aggressione a Perugia, Potere al Popolo e Casapound si accusano a vicenda

I due cugini hanno dichiarato di essere stati aggrediti in strada da un gruppo mentre erano intenti ad affiggere manifesti elettorali per la formazione politica di sinistra. Casapound ribatte che lo scontro è stato con alcuni suoi militanti che sarebbero stati aggrediti per prima.
A cura di Antonio Palma
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Grave episodio nella serata di martedì a Perugia dove un giovane è stato aggredito e accoltellato in strada mentre era intento ad affiggere manifesti elettorali per la formazione politica  "Potere al popolo" insieme ad un'altra persona. Tutto sarebbe avvenuto improvvisamente proprio mentre il ragazzo era impegnato con i manifesti alla periferia del capoluogo umbro, nella zona di Ponte Felcino, intorno alle 22.30. Dopo l'assalto gli aggressori, almeno quattro, si sarebbero subito dileguati e al momento dell'arrivo degli agenti sul posto non c'era più nessuno. La polizia ora indaga sopratutto per capire i perché dell'aggressione che potrebbe essere dovuta ad una lite sugli spazi occupati per i manifesti, come capita spesso, anche se le due due vittime negano.

Secondo quanto riferito successivamente dallo stesso ragazzo accoltellato agli investigatori, infatti, senza apparente motivo, un gruppo di sconosciuti non ancora identificati lo avrebbe accerchiato e in pochi attimi aggredito, sferrandogli tre coltellate che fortunatamente non lo hanno colpito in pieno ma solo sfiorato. La persona aggredita è un trentasettenne del posto attivista di sinistra, Mario Pasquino, che è rimato ferito ed è stato trasportato in ospedale  ma che comunque non ha riportato lesioni gravi. Con lui ferito anche un altro giovane, un suo cugino che era intento nella stessa attività e che è stato colpito invece con una bastonata alla testa riportando una ferita al capo. I due sono stati entrambi curati al pronto soccorso di santa Maria della Misericordia: il 37enne è stato medicato per due ferite alla schiena e due a una coscia; al cugino invece è stato diagnosticato un trauma cranico.

A chiamare la polizia però non sono stati i due aggrediti ma alcuni passanti che hanno assistito alla scena. Una volante è intervenuta solo dopo che una telefonata anonima al 113 aveva segnalato una rissa in corso. Solo dopo le verifiche del caso gli agenti sono risaliti all'aggressione. I militanti hanno ribadito agli agenti però che non si è trattato di una lite tra squadre che contemporaneamente  stavano attaccando i manifesti ma gli aggressori sarebbero spuntati fuori all'improvviso e si sarebbero diretti immediatamente contro di loro. "Ci hanno accerchiato in quattro. Coi bastoni. C’è stata una colluttazione. Quando sono scappati mi sono accorto che avevo i pantaloni imbrattati di sangue e la giacca squarciata. Mi hanno accoltellato alle gambe e alla schiena. Ho rischiato di essere ucciso" ha raccontato il 37enne a Umbria24.it.

Il giovane ha spiegato di non essersi accorto subito di essere ferito ma solo dopo quando ha visto la gamba sanguinare. Secondo il suo racconto, sarebbe stato colpito anche alla schiena ma la lama ha solo reciso la giacca. Un gesto che lo ha lasciato sotto shock per una violenza che non ha mai visto in tanti anni di militanza. Pasquino infatti ha sottolineato di aver fatto politica per anni ma di non aver mai assistito a una scena simile a Perugia. "Faccio politica da una vita, sono antifascista e non darei mai a nessuno una coltellata, non mi verrebbe mai neppure in mente di girare col coltello" ha assicurato il 37enne, concludendo: "Il livello dello scontro politico si sta incattivendo molto, la società sembra spaccata in due e se non si sta attenti ai toni da usare gli stupidi, appunto, possono commettere gesti incredibili".

Anche Potere al Popolo dà una lettura politica dell’accaduto e dal suo canto addossa la responsabilità dell’agguato a formazioni di estrema destra. "Le modalità dell’aggressione sono inequivocabilmente quelle che caratterizzano i gruppi di estrema destra, da anni, nel silenzio e nella distrazione della politica e delle istituzioni", hanno sottolineano Andrea Ferroni, portavoce dei Giovani comunisti e capolista in Umbria di Potere al popolo, e Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, candidato per lo stesso partito, che collegano l'episodio anche ai fatti di Palermo con l'aggressione al rappresentante di Forza Nuova

Casapound: "Noi aggrediti, abbiamo reagito"

Casapound, a sorpresa, ha ammesso però che lo scontro è stato con alcuni suoi militanti, rigettando però le accuse di aver agito per primi. "Siamo stati noi gli aggrediti, come i video di una telecamera presente sul luogo dimostreranno: ci siamo limitati a difenderci da un attacco a freddo da un gruppo di persone a volto coperto scese da una macchina. Stiamo andando in questura a denunciare l’accaduto" ha spiegato infatti Antonio Ribecco, responsabile umbro del movimento di estrema destra  e candidato alle politiche, aggiungendo:  "A un certo punto, da una macchina, un gruppo di persone a volto coperto, armato di bastoni, è sceso e ha aggredito i nostri militanti, che erano disarmati e non avevano altri oggetti in mano se non la scopa con cui stavano mettendo i manifesti. Dopo un lancio di bottiglie, c'è stata l'aggressione vera e propria, dalla quale i militanti di Cpi si sono unicamente difesi".

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