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Opinioni

Il bollettino del 20 aprile spiegato: il giorno meno buio dall’inizio della pandemia

È lunedì, il giorno dei dati inaffidabili. Però il bollettino della Protezione Civile sull’emergenza Coronavirus in Italia consegna il più basso numero di nuovi contagi e un numero di casi attivi per la prima volta in diminuzione dall’inizio della pandemia. Buone notizie da Piemonte e Lombardia, anche. Zero contagi? La media mobile dice 20 maggio.
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Forse si comincia davvero a vedere la luce in fondo al tunnel. I dati del bollettino della Protezione Civile del 20 aprile sull’emergenza Coronavirus in Italia, segnalano un numero dei casi positivi al Coronavirus pari a 181.228 (+2.256 rispetto a ieri), di cui 48.887 guariti (+1.882) e 24.114 deceduti (+454). Lo ha reso noto il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, nel corso del punto stampa, diventato settimanale. Sono 80.758  i malati in isolamento domiciliare asintomatici o con pochi sintomi, 24.906 sono ospedalizzati e 2.573 sono ricoverati in terapia intensiva, con un calo di 62 rispetto a ieri, che conferma il trend decrescente già avviato nei giorni scorsi. I tamponi effettuati sono 1.398.024 ( +41.483 nelle ultime 24 ore). Occhi puntati anche su Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, le regioni più colpite per numero di contagi.

“Sembra andare tutto molto bene, ma ricordiamoci sempre che è lunedì”. Giovanni Forti, 25 anni è studente di Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant'Anna. Dal 2018 fa parte della redazione di YouTrend, dove di occupa della parte editoriale, dell'analisi dei dati e della produzione di data visualization e su YouTrend ha scritto diversi articoli sulla pandemia del Covid-19: “Abbiamo ottime notizie sul numero dei nuovi casi, che sono solo 2256, che è un numero molto basso – spiega Giovanni Forti a Fanpage.it -. Non avevamo così pochi casi dal 10 di marzo, più di un mese fa. Ma il dato davvero positivo è che i pazienti attualmente infetti sono diminuiti. È la prima volta che accade dall’inizio dell’epidemia”.

C’è da festeggiare quindi?

In realtà quello dei cosiddetti casi attivi è un dato che non mi piace molto. Perché distoglie lo sguardo da dati non importanti: comunque si sono ammalate più di duemila persone e comunque ne sono morte 454. E poi è comunque lunedì.

Quindi?

Quindi sono stati fatti, come al solito, meno tamponi. Oggi sono 42mila circa, meno della media della settimana scorsa, che era pari a circa 50-60mila tamponi al giorno. Va anche detto però che la maggior parte dei tamponi oggi viene effettuata su pazienti già noti per verificarne la potenziale guarigione. E oggi non a caso ci sono meno guariti di ieri e dall’altro ieri. Ci sono segnalazioni e testimonianze di persone in isolamento domiciliare da più di venti giorni che in assenza di sintomi si ritengono guarite ai quali non è stato fatto nemmeno un tampone per accertare la guarigione. E anche ai familiari di persone in isolamento domiciliare non è mai stato fatto un tampone. L’assenza di tampone, lo diciamo da sempre, porta a una fisiologica sottostima sia dei casi totali sia dei guarite.

Com’è andata a livello regionale?

La Lombardia sta confermato il caso degli ultimi giorni. La Lombardia fa per la prima volta da tanto tempo meno di 800 nuovi casi. La settimana scorsa la Lombardia viaggiava attorno ai mille casi ed è un segnale che l’asticella si sta sempre più abbassando. Oggi Como rallenta, ma ieri c’erano stati più di 100 casi, con un incremento del 7%, e Varese anche aveva avuto crescite importante. Segnale che l’epidemia stava consolidandosi tra Milano e Torino, nell’Italia nord occidentale. La cosa positiva però è che i grandi focolai di Bergamo e Brescia stanno continuando a diminuire. In settimana Torino dovrebbe superare entrambe.

A proposito di Torino: com’è andata in Piemonte?

I dati del Piemonte di oggi sono molto buoni: parliamo di 292 casi in un giorno, dimezzati o quasi rispetto al giorno medio della scorsa settimana. In particolare, il calo dipende da Torino, che ieri aveva fatto più di 350 nuovi casi, mentre oggi ne fa solo 134.

Nel Mezzogiorno qualcuno si azzarda a dire che la pandemia è già finita. È davvero così?

In alcune regioni del Sud la situazione sta migliorando significativamente, ma bisogna tenere ancora d’occhio Abruzzo e Puglia. L’Abruzzo oggi ha la crescita percentuale più alta d’Italia, +3,6%, ma forse bisogna aspettare a parlare di riapertura anche al Sud.

Oggi sono uscite simulazioni che indicano una data di zero contagi per ciascuna regione italiana. Cosa ci dice la nostra media mobile?

La media mobile di oggi offre dati abbastanza confortanti. L’aumento di casi negli ultimi sette giorni a 3102 casi al giorno. Se lo confrontiamo al dato di lunedì scorso, notiamo un ulteriore calo della media mobile: da meno 550 a meno 751.

 

Quindi?

Seguendo questo ritmo, ne saremo fuori in 4 settimane, quindi attorno al 20 maggio. Un miglioramento sensibile, rispetto al traguardo del 15 giugno della scorsa settimana. Ma aspettiamo la seconda parte della settimana, quando arriveranno dati un po’ peggiori di quelli di oggi.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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