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I classici del pensiero sullo stesso scaffale dei libri da cucina, Marotta accusa la Regione Campania

La delibera della Regione Campania n° 283 del 21 giugno 2011 scritta per l’Istituto di Marotta impone di custodire nello stesso luogo libri del calibro di “A tavola col porco” e gli originali di Giordano Bruno e Benedetto Croce. Ora, la biblioteca dell’Istituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli è sotto sfratto e preziosi classici del pensiero finiscono in un capannone a Casoria.
A cura di Alessio Viscardi
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A tavola con il porco sullo stesso scaffale degli originali di Benedetto Croce e Giordano Bruno, così -secondo la Regione Campania- si deve salvare la biblioteca dell'Istituto Italiano di Studi Filosofici, sotto sfratto dopo che il Ministero ha tagliato i fondi destinati al fitto dei locali dove sono custoditi i preziosi volumi. La storia dell'avvocato Gerardo Marotta, che ha venduto tutti i suoi beni per pagare le spese di sopravvivenza dell'Istituto, ha fatto il giro del mondo dopo il servizio di fanpage.it, a cui avevano fatto seguito i comunicati stampa degli assessori regionali competenti – i quali ricordavano come Palazzo Santa Lucia avesse già stanziato fondi e destinato locali per i classici del pensiero custoditi a Palazzo Serra di Cassano.

"Si tratta di una delibera farlocca!" Tuona Gerardo Marotta, circondato dalla Napoli culturale che stamattina ha manifestato solidarietà all'istituto con un incontro a via Monte di Dio. La delibera della Regione Campania n° 283 del 21 giugno 2011, secondo quanto affermato dall'Avvocato, prevederebbe di unire i preziosi classici originali dell'istituto ai libri stampati ogni anno in tutta la regione – come già sottolineato da fanpage.it con un'inchiesta esclusiva sulle biblioteche di Napoli. Titoli del calibro del suddetto A tavola con il porco, ma anche L'ultimo vampiro e il manuali tecnici di Decorazione Cocktail e di Burraco.

Non si tratta solo di stravolgere la vocazione scientifica della biblioteca dell'Istituto, ma anche di rendere impossibile la consultazione degli oltre 300 mila volumi. I locali comprati dalla Regione con i sette milioni di euro messi a disposizione dall'Unione Europea, infatti, non potrebbero contenere questa mole di tomi e il costante incremento dovuto alla conservazione di tutti i libri stampati in Campania.

Una stoccata anche al capitolo "digitalizzazione" dei testi. La regione prevede una spesa di quasi due milioni di euro, mentre secondo l'avvocato Marotta ne basterebbero appena 50 mila. Inoltre, in delibera viene prevista anche la digitalizzazione dei volumi di stampa recente, vietata per legge sui testi di nuova pubblicazione. Insomma, una delibera scritta male, oppure con propositi poco chiari.

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