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Follia al ristorante, il cliente al cameriere di colore: “Non mi devi servire perché sei nero”

L’inqualificabile episodio fatto emergere dalla Diocesi di San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. “In quel momento volevo sparire”, ha confidato il ragazzo, Mohamed, dopo l’accaduto ad un suo collega. “Abbiamo pensato di condividerlo perché possa aiutare a riflettere e soprattutto a far risorgere, nella testa e nel cuore, quel pò di umanità che ogni persona ha in dotazione”, spiega il direttore della locale Caritas Diocesana, Don Gianni Croci.
A cura di Biagio Chiariello
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Un brutto episodio di razzismo sarebbe avvenuto nel ristorante di un albergo di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno)."Signore cosa desidera?", avrebbe chiesto il cameriere di colore. "Guarda non mi devi servire perché sei nero": la risposta. A riferirlo è stato il direttore della locale Caritas Diocesana, don Gianni Croci, informato tramite un vocale in chat di gruppo realizzato dal diretto interessato, Mohamed. Il giovane cameriere da tempo vive in Riviera in una casa di accoglienza e prende parte a tirocini formativi presso strutture ricettive.

"In quel momento volevo sparire", ha spiegato dopo il fattaccio anche a un suo collega. Quest'ultimo lo aveva difeso, rivolgendosi direttamente al cliente: "Signore, lei non deve dire queste cose perché non è giusto. Che importa se lui è nero o bianco?". Ne sarebbe seguita parecchia agitazione nel locale. "Il signore ha iniziato a gridare che non gli si doveva parlare così, perché era più anziano – ha riferito il giovane cameriere – e infine è arrivato anche lo chef. Mah, siamo nel 2020 ed esiste ancora gente così? Comunque vi giuro che questa cosa mi ha toccato molto, – ha riferito ancora il giovane – perché c'era tanta gente lì, e mi guardava…".

"Un episodio di questo genere si commenta da solo. – ha detto ancora don Gianni – Abbiamo pensato di condividerlo perché possa aiutare a riflettere e soprattutto e soprattutto a far risorgere, nella testa e nel cuore, quel po' di umanità che ogni persona ha in dotazione". "Da questa tragica esperienza della pandemia forse si può venir fuori solo attraverso la fraternità e l’amicizia sociale come suggerisce papa Francesco. Il silenzio della notte porta a galla il vissuto del giorno, quello proprio e quello delle persone a cui vuoi bene… e la tristezza bussa, non solo alla vita di Mohamed!” conclude.

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