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Febbre Dengue

Focolaio di Dengue nel Vicentino: caso autoctono dopo contatto tra familiari

Un caso di febbre dengue autoctono è stato segnalato dalle autorità sanitarie locali in un paziente di 54 anni residente nel comune di Montecchio Maggiore. L’uomo avrebbe contratto l’infezione sul territorio italiano ma a trasmettergliela sarebbe stata la puntura di zanzara tigre che aveva punto un famigliare rientrato a fine luglio dall’Indonesia.
A cura di Antonio Palma
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una puntura di zanzara
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Un caso di febbre dengue autoctono è stato segnalato dalle autorità sanitarie locali nel Vicentino. L’infezione è stata riscontrata in un paziente di 54 anni residente nel comune di Montecchio Maggiore, come confermato dalle analisi condotte dal Laboratorio di Microbiologia dell’ospedale di Padova. L’infezione sarebbe stata originata da un focolaio familiare che si è sviluppato attraverso contatti tra parenti.

Il paziente 54enne non ha effettuato viaggi di recente all’estero quindi avrebbe contratto l’infezione sul territorio italiano ma, come accertato attraverso indagini microbiologiche, a trasmettergliela sarebbe stata la puntura di zanzara tigre che aveva punto un famigliare rientrato a fine luglio dall’Indonesia, che poi è stato confermato essere il caso indice.

Come riferiscono gli esperti della prevenzione regionale, “Il paziente ha manifestato una sintomatologia simil influenzale iniziata 16 agosto e risoltasi il 20 agosto”. Sottoposto a controlli è risultata essere febbre da dengue. Nello stesso periodo “Hanno presentato la stessa sintomatologia, durata pochi giorni, altri componenti del nucleo familiare, che attualmente godono buone condizioni di salute e non sono stati ricoverati” fanno sapere dalla stessa azienda sanitaria locale, spiegando che “Il focolaio appare circoscritto a livello famigliare”. Ad ogni modo in zona sono stati avviati tutti gli interventi di disinfestazione previsti  in questi casi.

Non è la prima volta che in Veneto vengono segnalati casi di infezioni trasmesse da zanzare. Per questo la Regione già dal 2010 ha attivato un sistema di sorveglianza delle “febbri estive” per identificare precocemente tutti gli eventuali casi sia di importazione che autoctona attraverso una rete costituita dai Laboratori di Microbiologia e dai Reparti di Malattie Infettive con la collaborazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri. Tale sistema permette di intercettare rapidamente tutti i casi di arbovirosi di importazione (Dengue, Chikungunya, Zika) e autoctone (West-Nile e Usutu).

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