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Feti e altri resti umani nei barili dei rifiuti industriali: orrenda scoperta a Bologna

Il ritrovamento, nella zona industriale di Granarolo, in provincia di Bologna, è stato fatto da uomo chiamato a svuotare un deposito. Dai primi accertamenti, pare che provengano da una struttura universitaria.
A cura di Biagio Chiariello
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Macabra scoperta nella zona industriale di Granarolo, in provincia di Bologna: in un quarantina di fusti, sono stati trovati feti e resti umani. La Squadra mobile della polizia, coordinata dalla Procura, sta mantenendo il massimo riserbo su una vicenda "tutta da verificare", come si è limitato a dire il procuratore capo Giuseppe Amato. A scrivere del ritrovamento è Il Resto del Carlino.

La macabra scoperta a Granarolo

Secondo quanto ricostruito, la scoperta è stata fatta da un ragazzo che raccogliere ferro vecchio. Pare che il titolare di una società che si occupa di svuotare cantine e magazzini gli aveva chiesto di smaltire i bidoni, così, dopo averne aperto solo uno si è accorto che, in un liquido verdino, galleggiavano resti umani: ha subito chiamato la polizia, che è arrivata sul posto con la squadra mobile, la scientifica e i vigili del fuoco del nucleo Nbcr – Nucleare Batteriologico Chimico e Radiologico. Immediatamente sono scattate le indagini, specialmente negli ospedali. La zona è stata transennata e i fusti posti sotto sequestro.

Si indaga tra gli ospedali

La polizia ha ascoltato alcuni dipendenti dell'ospedale Sant’Orsola di Borsola, per capire come funzioni, nella prassi, lo smaltimento dei resti biologici provenienti dagli ospedali. Sarebbe emerso che solitamente i resti umani vengono cremati, e che nel caso di bimbi che non sono nati vivi il corpo viene messo a disposizione delle famiglie per l'eventuale inumazione. Una vicenda quindi assai delicata e ancora piena di punti interrogativi, tanto che lo stesso sindaco di Granarolo, Alessandro Ricci, interpellato dal Carlino , ha risposto con un secco "No comment".

Feti in barili, proverrebbero da struttura universitaria

Dalle prime analisi pare che i feti provengano da una struttura universitaria, una biblioteca di anatomia, che probabilmente li conservava per motivi di studio e
di ricerca. Stando agli accertamenti alcuni anni fa ci fu una ristrutturazione con sgombero dei locali ed è stato in quell'occasione che i contenitori furono trasportati nel capannone di una ditta di traslochi, dove sarebbero rimasti fino a mercoledì, quando il ragazzo si è accorto del contenuto.
Procede la squadra mobile, coordinata dalla Procura di Bologna, che ha convalidato il sequestro, ipotizzando provvisoriamente, in attesa di comprendere meglio i termini
della vicenda, un reato legato all'illecito trattamento di rifiuti speciali, a carico del titolare del capannone, che potrebbe essere sentito per chiarire se fosse o meno a conoscenza del contenuto dei barili.

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