Eredità Agnelli, fratelli Elkann trovano accordo col Fisco: versano 175 milioni, ma l’inchiesta va avanti

John, Lapo e Ginevra Elkann hanno raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per risolvere in via definitiva la questione degli oneri fiscali legati all’eredità della nonna Marella Agnelli, vedova di Gianni Agnelli. A comunicarlo è un portavoce della famiglia, che ha chiarito come la definizione sia stata raggiunta "senza alcuna ammissione, neppure tacita o parziale, della fondatezza delle contestazioni inizialmente ipotizzate".
L’intesa, secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, sarebbe costata circa 175 milioni di euro, tra imposte, sanzioni e interessi. L’obiettivo dichiarato dagli Elkann è chiudere rapidamente "una vicenda dolorosa sul piano personale e familiare" che dura ormai da anni. La cifra più consistente sarebbe stata versata da John Elkann, presidente di Stellantis, per sanare la propria posizione rispetto ai rilievi mossi dal Fisco e alla parallela inchiesta penale condotta dalla Procura di Torino.
L’indagine riguarda la gestione della successione di Gianni Agnelli e, in particolare, le presunte irregolarità fiscali legate alla residenza svizzera di Marella Agnelli. Secondo gli inquirenti, a partire dal 2010 sarebbero stati messi in atto una serie di artifizi per simulare una fittizia domiciliazione in Svizzera con l’obiettivo di sottrarre all’imposizione fiscale italiana un ingente patrimonio ereditario. Contestualmente, la Procura ipotizza un tentativo di escludere Margherita Agnelli de Pahlen, madre dei fratelli Elkann, dalla successione.
L’accordo fiscale, però, non chiude la partita giudiziaria. La Procura di Torino prosegue l’inchiesta su presunti reati di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato. Nel settembre 2024 erano stati disposti sequestri per un valore complessivo di 74,8 milioni di euro: nel mirino rendite vitalizie, patrimoni celati tramite trust offshore e partecipazioni societarie. Oltre agli Elkann, i provvedimenti hanno coinvolto anche il commercialista Gianluca Ferrero e un notaio svizzero.
Un portavoce della famiglia ha precisato che "sono in corso interlocuzioni con la Procura di Torino, il cui esito non è al momento definito". Nessun commento, invece, sul procedimento penale in corso, "nel rispetto di tutti gli organi coinvolti".
Tra le opzioni al vaglio ci sarebbe la possibilità per John Elkann di richiedere la "messa alla prova", un istituto previsto per determinati reati tributari che consente di estinguere il reato attraverso attività riparative come l’impegno in ambito sociale o sanitario. La decisione finale spetterà comunque al giudice per le indagini preliminari.
Gli avvocati della famiglia Elkann hanno sempre rivendicato la piena legittimità delle operazioni patrimoniali e la regolarità delle dichiarazioni presentate. Fonti vicine alla famiglia sottolineano che l’accordo con l’Agenzia delle Entrate non rappresenta una rinuncia a difendersi, ma la scelta pragmatica di "evitare un lungo contenzioso e restituire serenità alla famiglia".