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Davide Pecorelli scomparso per 9 mesi: “Ho trovato il tesoro”. L’esperto: “Appartiene allo Stato”

Sono ancora tanti i nodi da sciogliere nel racconto fornito dall’imprenditore Davide Pecorelli, scomparso per nove mesi dopo il rovinoso crac delle sue società. L’uomo ha dichiarato di essere partito alla ricerca del tesoro dell’Isola di Montecristo. Il gruzzoletto di 500 monete d’oro non è mai stato ritrovato nella sua interezza: soltanto 83 monete sono state rinvenute nel Grossetano nel 2004 e poi esposte. Altre 66 monete sono state rubate dopo l’esposizione e mai più ritrovate.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Davide Pecorelli
Davide Pecorelli

Ha detto di aver lasciato l'Italia per unirsi a un gruppo di pellegrini alla ricerca del tesoro dell'Isola di Montecristo.Il racconto di Davide Pecorelli potrebbe essere alla base di una serie tv neanche troppo attenta al realismo: l'imprenditore scomparso per nove mesi avrebbe cercato di rifarsi una vita in Albania dopo aver dovuto chiudere le proprie attività in Italia. "Ho cercato un'ultima possibilità di riscatto – ha raccontato Pecorelli in un'intervista a La Nazione – prima a Scutari e Tirana e poi a Puke. Cercavo di vendere prodotti per capelli, ma è andata male. A quel punto ho cercato un parroco per confessarmi e poi togliermi la vita, avevo perso ogni speranza. Il prete invece mi ha consigliato di rifarmi una vita da zero e simulare la mia morte. Mi ha detto di poter accedere a un ossario comune e abbiamo provato a spingere l'auto giù da un dirupo, ma non ci siamo riusciti. Così le abbiamo dato fuoco".

A quel punto, l'uomo sarebbe andato a Valona per far calmare le acque e non farsi trovare. "Ho pianto per quattro mesi" giura mentre racconta di aver solo seguito i consigli del parroco. Poi però, da quel che risulta, Pecorelli sembra essersi abituato alla sua nuova vita:diceva di chiamarsi Cristiano e di essere uno scrittore italiano impegnato nella redazione di un romanzo. Qui aveva trovato nuovi amici e persino un nuovo amore poi abbandonato di punto in bianco prima di far perdere di nuovo le proprie tracce per recarsi al Giglio. "A Valona ho avuto modo di prepararmi per affrontare  un lungo viaggio in mare. Per questo sono stato proprio lì", spiega. Il 12 settembre fa ritorno in Italia a suo dire su un pullman di pellegrini. "Ho tatto tutto per il tesoro: ho prelevato i soldi al bancomat e sono andato a Grosseto e poi al Giglio. Ho noleggiato il gommone e ho viaggiato verso il luogo indicato dalle mappe". 

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Sul ritrovamento del tesoro, Pecorelli osa. "Ero l'unico che poteva portare a termine un piano del genere. Non avevo nulla da perdere. Poi io e i pellegrini avremmo diviso la cifra" racconta ancora durante l'intervista. Si diverte a rilasciare diverse versioni sulla fantomatica somma di denaro: prima sostiene di non averla trovata e poi invece asserisce di esserne entrato in possesso. "I carabinieri hanno trovato anche le chiavi del garage che avevo affittato a Porto Santo Stefano per custodire il tesoro. Hanno tutti i filmati della contabilità e le mappe. Ho cercato l'esperto in numismatica e mi ha detto che avevo fatto una scoperta incredibile. Mancava ancora qualcosa all'appello. Il 23 settembre avevamo appuntamento in un hotel di Arezzo, ma mi hanno trovato. Volevo recarmi da un compro-oro a Firenze, ma mi hanno scoperto" spiega ancora. Nonostante la vaghezza di dettagli sulla fantomatica scoperta, Pecorelli è convinto di poter "ritrovare la serenità" grazie al "tesoro dimenticato". Certo le ipotesi degli inquirenti sulla sua scomparsa si mantengono su binari molto più vicini a quanto avviene nella realtà. Secondo le autorità, infatti, Pecorelli avrebbe potuto essere coinvolto nel traffico di droga Albania-Italia. "Assolutamente no – sostiene Pecorelli -. Chi mi conosce sa cosa ho fatto in passato contro l'uso delle sostanze stupefacenti".

L'esistenza del tesoro

"Non si può dire con certezza se esiste o meno un tesoro dell'Isola di Montecristo – ha riferito Roberto Ganganelli, esperto interpellato da Pecorelli, a Tevere Tv -. C'è una leggenda che narra di un tesoro che ha sicuramente radici letterarie. La storia trova fondamento in leggende locali, ma di fatto si tratta di un gruzzoletto di 500 monete d'oro. Solo 83 sono state ritrovate in una chiesetta di Sovana nel 2004″. Il tesoro infatti sarebbe stato ritrovato nel Grossetano e poi, nel 2012, esposto al pubblico. Negli anni seguenti l'esposizione, 66 degli 83 pezzi esposti sono stati rubati e sono poi scomparsi. In caso di ritrovamento della cifra mancante, è da considerarsi di proprietà dello Stato in quanto oggetto antico rinvenuto nel sottosuolo o sui fondali marini nazionali. "Il ritrovamento va notificato alle autorità in quanto patrimonio archeologico e storico dello Stato" spiega ancora l'esperto.

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