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Cucchi, processo depistaggi. Carabiniere: “Un superiore mi disse di cambiare le note dei piantoni”

Il luogotenente dei carabinieri Massimiliano Colombo Labriola: “Il mio superiore Luciano Soligo mi disse: ‘Che c’hai i dottori a Tor Sapienza? Le annotazioni dei piantoni Colicchio e Di Sano vanno cambiate, sono troppo particolareggiate, sembra una excusatio non petita. Sembra che sia successo qualcosa, sembra che stiano mettendo le mani avanti”.
A cura di Davide Falcioni
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"Il mio superiore Luciano Soligo mi disse: ‘Che c'hai i dottori a Tor Sapienza? Le annotazioni dei piantoni Colicchio e Di Sano vanno cambiate, sono troppo particolareggiate, sembra una excusatio non petita. Sembra che sia successo qualcosa, sembra che stiano mettendo le mani avanti". A renderlo noto nel corso dell'odierna udienza nel tribunale di Roma il luogotenente dei carabinieri Massimiliano Colombo Labriola, imputato assieme ad altri sette militari dell'Arma per presunti depistaggi alle indagini seguite alla morte di Stefano Cucchi.

Labriola, che deve rispondere dell'accusa di falso, all'epoca dei fatti era comandante della stazione di Tor Sapienza dove Cucchi fu condotto il 16 ottobre del 2009 per trascorrere la notte in cella di sicurezza. Durante l'interrogatorio il militare ha ricordato le annotazioni scritte su quanto avvenuto quella notte dai due piantoni e che dovevano essere inviate in Procura dove era stata avviata una indagine sul decesso del geometra. Soligo, anch'egli imputato, nell'ottobre del 2009 era comandante della compagnia Montesacro. "Mi chiamò Soligo – ha detto nell'aula bunker di Rebibbia Massimiliano Colombo – la mattina del 27 ottobre e mi chiese se avessi lette le annotazioni, aveva un tono di rimprovero. Mi disse che le annotazioni erano troppo particolareggiate, nel senso che sembrava che avessero fatto un referto, con valutazioni medico-legali. Dopo che mi ha mosso queste contestazioni, io dissi che le avevo già trasmesse alla stazione Appia e lui mi riferì che non erano state rassegnate all'autorità giudiziaria".

Il 27 ottobre Soligo "venne in stazione e volle vedere Di Sano e Colicchio e chiese se i detenuti giravano liberamente in caserma o venivano accompagnati. Il riferimento era all'annotazione di Di Sano. A questa contestazione mossa in presenza dei due carabinieri ha detto che le annotazioni andavano cambiate, ribadendo che erano bozze e che non erano state trasmesse all'autorità giudiziaria. Io percepii il dover cambiare le annotazioni come un ordine. Soligo non ha specificato come e chi le dovesse modificare e io non ho dato nessun input di correzione".

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