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Opinioni

Cosa siamo diventati, noi italiani?

Cosa siamo diventati, noi italiani? Quand’è, precisamente, che siamo diventati così? Quand’è che di fronte a un ragazzo che si uccide gettandosi sotto un treno abbiamo deciso “bene, uno in meno”? Di fronte alla barbarie che oggi è diventata opzione politica, ho deciso di raccontarvi cinque atti di gentilezza estrema.
A cura di Saverio Tommasi
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Si chiamava Prince Jerry, aveva 25 anni. Gli è stato negato il permesso umanitario e lui ha aspettato un treno, guardando il tabellone oppure no. Quando il treno è arrivato si è gettato sotto. Il riconoscimento lo hanno fatto con quello che era rimasto di lui.

Ogni giornale che ha pubblicato la notizia, ogni post che ha raccontato quello che era stato, ha visto comparire commenti come "Uno di meno", "Meno uno", "Ha fatto bene", oppure "Povero treno". E ancora, a ripetizione: "Uno in meno", "Meno uno", "Meno un altro", "Uno in meno da mantenere".
E così via, di fronte a un ragazzo che si è ucciso, diventando pezzettini di carne sotto un treno perché considerato così già prima, da una commissione che lo aveva giudicato inidoneo a un permesso di umanità.

Cosa siamo diventati, noi italiani? Quand'è scattato, precisamente, il via libera per professare il razzismo più profondo?
Quand'è stato il punto di rottura, qual è stato il granello di polvere che sommandosi agli altri ha bloccato l'ingranaggio della convivenza?
Certamente episodi biechi, umanità deteriorata, fuliggine negli occhi sono sempre esistiti. Ma oggi vengono esibiti come vanto, e per la prima volta sono un'opzione politica.

Io non so come ne usciremo, se ne usciremo, quanto si allargherà il fronte delle vittime, e chi oggi insospettabile da domani diventerà carnefice. Perché i carnefici hanno potere, hanno poltrone sulle quali sedersi, e i vicini di casa che diventano carnefici all'improvviso, del resto, sono soltanto un pezzo di storia che torna a galla.

I giornalisti possono scrivere, usando l'unica arma di costruzione di massa che abbiamo, la parola. Per questo, io ci provo. Tutti, ogni giorno, possiamo scegliere dove porre l'accento, cosa mettere nello zaino invisibile che ci portiamo dietro. Ogni giorno possiamo scegliere cosa illuminare con l'evidenziatore dei pensieri.
Oggi, di fronte all'odio, ai calci da dietro, all'uomo che si scaglia contro l'altro uomo, io scelgo di raccontarvi quattro micro storie più una di gentilezza gigante. Non cambieranno il mondo ma può cambiare noi, sapere di non essere soli. E poi, forse, anche il mondo domani.

a) Quattro ragazzi napoletani hanno inventato una casa di cartone temporanea, che si apre a fisarmonica, prendendo ispirazione dagli origami giapponesi, e l'hanno pensata per i clochard. Stampato dietro c'è pure il numero per le emergenze. E' un cannellone di cartone che dà privacy ed è più caldo dell'inverno fuori. E durante il giorno si può ripiegare.

b) In tutta Italia stanno nascendo i muri della gentilezza. Sono attaccapanni all'aperto. Se hai bisogno di una giacca passi da lì, ne provi una e te la porti a casa. Se non ne hai bisogno, ne lasci lì una.

c) A Firenze è nata la Farmacia Letteraria, per curare i mali dell'anima. Elena, la libraia, legge i libri e per ognuno di loro scrive un bugiardino. Consiglia libri per gli amori non corrisposti, le dipendenze, i lutti. Elena punta tutto sulla carezza delle parole.

d) Questa mattina il Ministro dell'Interno Matteo Salvini era atteso ad Atri, in Abruzzo. Prima che arrivasse qualcuno ha ricoperto la piazza cittadina di mani che spuntavano dal selciato. Le stesse mani che spuntano dal mare, ricreate in piazza attendendo l'arrivo del principale complice di questa mattanza.

e) Una ragazza di 15 anni, o forse 14, che questa mattina fuori dal panettiere ha comprato tre pacchetti di fazzoletti a un ragazzo fuori dalla panetteria. L'ho vista io. Ha messo i fazzoletti in tasca e ha fatto venti metri, poi ci ha ripensato ed è tornata indietro, e gli ha dato uno dei panini che aveva nel sacchetto. Non gli ha detto niente, lui ha preso il panino e non ha detto niente neppure lui. Ma si è sentito un "ti voglio bene" che è arrivato forte fino sulla Luna.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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