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Controlli covid in agriturismo Enna, norme anti contagio rispettate ma lo chef ha 16 anni: maxi multa

I carabinieri impegnati nei controlli dei locali della zona hanno verificato che le norme covid erano rispettate ma nel ristorante lavoravano un 16enne, un pensionato e due percettori di reddito di cittadinanza. Per la titolare dell’agriturismo, che aveva fatto montare delle telecamere con cui controllava a distanza i lavoratori, è scattata una maxi multa.
A cura di Antonio Palma
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Quando i carabinieri sono arrivati sul posto per i controlli hanno accertato che nel ristorante erano rispettate tutte le norme sanitarie relative al contenimento del Covid, ma quando hanno controllato anche la posizione del personale di sala e cucina hanno scoperto che in realtà le norme in materia di lavoro erano totalmente ignorate con ben 5 dipendenti in nero su sei. È accaduto a Enna dove i carabinieri hanno fatto scattare per la titolare dell’agriturismo siciliano una maxi sanzione per una serie di violazioni dei diritti dei lavoratori. Tra sala e cucina infatti i militari dell’Arma, impegnati in una serie di controlli presso alcune aziende della provincia, hanno scoperto uno chef 16enne, un cuoco pensionato e due camerieri entrambi percettori di reddito di cittadinanza, tutti senza alcun tipo di contratto e quindi lavoratori in nero.

Dagli accertamenti è emerso che il giovanissimo lavoratore di 16 anni non solo non aveva assolto l'obbligo scolastico, ma non aveva sostenuto, ovviamente, neanche la visita medica di idoneità al lavoro, e operava quale cuoco in cucina già dal 30 giugno, lavorando inoltre molto più delle previste otto ore giornaliere che, alcune volte, coprivano anche la fascia notturna. Con lui in cucina un pensionato di 66 anni, anche lui in nero. Nell’agriturismo, inoltre, in occasione del ferragosto, lavoravano anche 2 addetti alla sala di 23 e 36 anni, percettori entrambi del reddito di cittadinanza, e un lavapiatti 36enne: nessun di loro con contratto.

Per la titolare dell’agriturismo è scattata quindi una sanzione per lavoro nero aggravata per lavoratore percettore del RdC, omessa tracciabilità delle retribuzioni dei lavoratori, omessa visita medica, lavoro notturno e straordinario per il minore. Non solo, durante i controlli i carabinieri hanno scoperto che la donna aveva fatto montare delle telecamere con cui controllava a distanza i lavoratori, un impianto installato senza la prescritta autorizzazione dell’Ispettorato territoriale del lavoro. Per i lavoratori percettori del reddito di cittadinanza verrà richiesta all’Inps la valutazione, accertamenti che verranno svolti anche per il ragazzo la cui madre è percettrice del reddito di cittadinanza.

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