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Arrestato inventore di Stamina: Vannoni continuava a somministrare la “cura” in Georgia

Davide Vannoni, l’inventore del Metodo Stamina, è stato nuovamente arrestato dalle autorità italiane. Dopo la condanna a un anno e dieci mesi comminata in patteggiamento dal tribunale di Torino, l’uomo aveva continuato ad esercitare abusivamente la sua attività in Georgia.
A cura di Charlotte Matteini
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L'inventore del metodo Stamina, già condannato dal tribunale di Torino, è stato arrestato questa mattina dalle forze dell'ordine, che si sono presentate nella sua abitazione sulle colline torinese con un mandato d'arresto. Davide Vannoni questa volta è accusato di aver continuato a esercitare all'estero la pratica del metodo Stamina, nonostante la sentenza emanata dal foro torinese avesse definitivamente bloccato dai giudici italiani. Vannoni é accusato di associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità, truffa aggravata, somministrazione di farmaci non conformi quanto alle attività di trattamento di gravi malattie neurodegenerative. L'inchiesta della Procura di Torino coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo e dal sostituto procuratore Alessandro Aghemo.

Stando alle prime indiscrezioni, sembra che Davide Vannoni fosse in cerca di una nuova località estera in cui operare, dopo lo stop delle autorità georgiane. Dalle intercettazioni emergono infatti "persistenti e reiterati contatti volti a individuare una nuova località estera ove riprendere l'attività". In Italia lo stop al metodo era arrivato dalle autorità giudiziarie e sanitarie, con due bocciature da parte di altrettanti comitati scientifici. Questa documentazione ha portato quindi il governo georgiano, lo scorso dicembre, a prendere le dovute precauzioni e a dichiarare illegale l'attività del torinese.

Oltre al fermo di Vannoni, i carabinieri hanno eseguito perquisizioni nell’abitazione di Erica Molino, la biologa già condannata assieme a Vannoni a 19 mesi e sua stretta collaboratrice e di Rosalinda La Barbera, presidente dell’associazione Prostamina Life che, secondo l'accusa si sarebbe occupata del reclutamento dei pazienti da inviare all’estero. Secondo le prime indiscrezioni, il gruppo puntava a operare a Santo Domingo, in Ucraina e in Bielorussia. In tutto gli indagati nella nuova inchiesta sarebbero sette. Tra le persone sospettate di aver aiutato Vannoni ci sarebbero inoltre i familiari di alcuni dei 12 bambini trattati con Stamina agli Spedali civili di Brescia negli anni 2011-2012.

Nel mese di marzo la procura aveva richiesto l'arresto di Vannoni ed era in attesa della decisione del gip. Le ultime telefonate intercettate di Vannoni hanno però indotto i Nas ad agire subito e a fermare all’alba Vannoni,per evitare che potesse in qualche modo fuggire dall'Italia. Vannoni recentemente aveva provveduto a vedere la sua Porsche e sarebbe stato in procinto di lasciare l’Italia per Santo Domingo.

La vicenda georgiana: Vannoni adescava pazienti via social

La scorsa estate si era diffusa la notizia, confermate da molti indizi e prove, che Vannoni continuasse a somministrale il metodo Stamina in una clinica georgiana, facendo infusioni a numerosi pazienti dietro lauto compenso. Trascorso qualche mese, poi, le autorità sanitarie della Georgia decretarono illegale l'operato di Vannoni e gli imposero di chiudere l'attività.Il caso è nuovamente scoppiato grazie a un'inchiesta condotta da La7, che nel luglio dell'anno scorso raccontò la storia di Andrea Zicchieri, 52 anni, originario di Terracina e da quattro anni malato di Sclerosi laterale amiotrofica. L'uomo ha spiegato di essersi recato a Tbilisi per sottoporsi al trattamento, effettuato due volte nel mese di luglio e un'ultima volta lo scorso settembre.

Zicchieri ha raccontato di aver raggiunto Vannoni via Facebook e sempre attraverso Facebook si è accordato con lui e ha fissato gli incontri in Georgia, dove Vannoni risulta operare a pieno regime. Nel mese di maggio 2016 il fratello di Andrea è andato in Georgia per donare il midollo osseo da cui poi Vannoni avrebbe dovuto ricavare le cellule staminali per effettuare le infusioni. Per un ciclo da 3 infusioni totali, che Zicchieri sostiene non abbia provocato alcun effetto benefico e non abbiano minimamente attenuato i sintomi della Sclerosi laterale, ha bonificato alla "Big Tech" per “pagamento servizi medici e biologici” in tutto 18mila euro, mentre se avesse voluto effettuare il ciclo da 5 trattamenti, il prezzo da pagare sarebbe stato pari a 27mila euro.

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