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La morte dei fratellini Ciccio e Tore a Gravina

Ciccio e Tore morti nel pozzo, generale Garofano: “Tragedia causata dall’indifferenza dei coetanei”

Secondo il generale Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, i fratellini Ciccio e Tore morti a Gravina di Puglia potrebbero essere deceduti “a causa dell’indifferenza dei coetanei”. “Probabilmente i testimoni non hanno parlato sotto consiglio dei genitori”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ciccio e Tore
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Testimoni da riascoltare e reperti da rianalizzare daccapo: sono questi i punti fermi sui quali, secondo il generale Luciano Garofano, si può fare leva per riaprire le indagini sulla morte di Ciccio e Tore, i due fratellini di 13 e 11 anni scomparsi il 5 luglio del 2006 a Gravina e trovati morti il 25 febbraio 2008 in un edificio abbandonato dove erano andati a giocare.

In un'intervista a Repubblica, l'ex comandante del Ris di Parma oggi consulente del padre dei due bimbi e firmatario della relazione con la quale l'avvocata Maria Gurrado ha chiesto alla Procura di Bari la riapertura dell'inchiesta, ha raccontato i punti oscuri del caso e gli elementi dai quali si potrebbe ripartire.

Il generale Garofano ha anche scritto in proposito il libro "Ciccio e Tore. Il ministero di Gravina" insieme a Mauro Valentini. "Abbiamo scelto di farlo – ha spiegato al giornale – dopo la delusione per il respingimento della Procura di Bari dell'istanza per la riapertura delle indagini sulla morte dei due bambini. Non riteniamo giusto che un padre ancora oggi non sappia cosa è successo ai due figlioletti morti di stenti".

Filippo Pappalardi, padre dei due fratellini, non vuole vendetta. Secondo il generale Garofano, sa che la caduta dei figli nel pozzo della casa abbandonata è avvenuta per una tragica casualità. "Questo però – ha continuato il generale – non vuol dire che un genitore non cerchi di sapere la verità".

Per l'ex comandante dei Ris, infatti, vi sarebbero diverse persone che la Procura dovrebbe riascoltare. I nomi sarebbero riportati nella relazione allegata alla richiesta di riapertura delle indagini. "Alcune di queste sono ex compagni di giochi dei bimbi, altre sono persone adulte che probabilmente sapevano qualcosa già al momento della scomparsa. Nelle testimonianze vi sono evidenti contraddizioni, in altre reticenze. Non è accettabile che due ragazzini siano morti per il disinteresse di loro coetanei".

Garofano ritiene infatti che i bimbi caduti nel pozzo non fossero soli al momento dell'incidente. "Gravina e i suoi abitanti sanno che quel luogo attraeva la fantasia dei ragazzi e Ciccio e Tore erano probabilmente lì in compagnia di altri minori, come nel caso di Michele De Nardo. Nel 2006, però, nessuno ha chiesto aiuto per i due fratellini. Se qualcuno era con loro, non ha dimenticato: quell'incidente è stato un evento particolarmente traumatico che resta nella memoria di chi lo vive. All'epoca dei fatti i possibili testimoni non erano perseguibili perché minorenni, figuriamoci se lo sono adesso. Probabilmente hanno taciuto sotto consiglio di genitori".

Oltre alle testimonianze, vi sarebbe anche una serie di reperti da rianalizzare. Tra questi una bomboletta spray, una batteria di un telefono e un palloncino trovano nei pantaloni di Ciccio. "Oggi potrebbero essere trattati con tecniche del tutto diverse per gli aspetti dattiloscopici e genetici" ha sottolineato il generale. "Il primo passo però sarà comunque la riconvocazione dei testimoni. La Procura potrebbe farlo, serve la volontà. Credo che anche a distanza di anni la verità sia un obbligo che tutti abbiamo nei confronti di Filippo".

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