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La morte dei fratellini Ciccio e Tore a Gravina

La mamma di Ciccio e Tore: “Abbiamo nuove prove davvero scottanti e anche un nome, riaprire indagini”

“Non posso perdonare quella persona per l’efferatezza che ha usato nei confronti dei miei figli”, la signora Rosa Carlucci, madre dei due bambini scomparsi nel 2006 a Gravina di Puglia e ritrovati senza vita due anni dopo in un rudere, interviene a Chi L’Ha Visto. Il suo legale conferma l’esistenza di un esposto della famiglia.
A cura di Biagio Chiariello
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"Ci sono prove davvero scottanti, non come successo in passato. Abbiamo elementi nuovi e nominativi abbastanza pesanti". A parlare è la signora Rosa Carlucci, madre e sorella di Ciccio e Tore Pappalardo, i fratellini di Gravina di Puglia morti 18 anni fa. La donna ne ha parlato a Chi L'Ha Visto? Già qualche giorno fa la sorella delle due giovani vittime aveva parlato dell'esistenza di nuove prove scottanti. Ora la famiglia Pappalardo potrebbe presentarsi in Procura a Bari per chiedere formalmente la riapertura delle indagini tramite un esposto.

La signora Carlucci è convinta che qualcuno abbia costretto i propri figli ad entrare nel luogo dove hanno poi trovato la morte – la cisterna della cosiddetta ‘casa delle cento stanze'. "Abbiamo anche un nome, non posso perdonare questa persona per l'efferatezza che ha dimostrato nei confronti di Ciccio e Tore" dice durante la trasmissione.

Giovanni Ladisi, legale di Rosa e Filomena Pappalardo, ha confermato l'esistenza di un esposto della famiglia: "Una persona sarebbe stata sul luogo del ritrovamento del corpo dei bambini. Si parla di un pezzo di cartone spostato in quel contesto, è un dettaglio che va approfondito" dice l'avvocato. "Noi facciamo leva anche su un possibile rigurgito di coscienza da parte delle persone che sono già state sentite anni fa che con acquisita maturità possano venire a dirci cosa è realmente accaduto, informazioni più reali e concrete" aggiunge Ladisi a Chi L'Ha Visto?

In trasmissione è stato mandato in onda anche l'intervento del ragazzino che il 25 febbraio 2008 precipitò in un pozzo di un casolare nel centro storico di Gravina di Puglia consentendo poi il ritrovamento dei corpi di Ciccio e Tore. "Avevo 12 anni e con alcuni amici andammo in questo casolare e decidemmo di esplorarlo, mentre stavamo andando via, correndo, però finii in una buca. Gridai subito e vennero a salvarmi", ricorda Michele. "A volte pensò a Ciccio e Tore, vorrei che la verità venisse fuori" dice all'inviato della trasmissione Rai.

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