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Chiusa in casa, picchiata e costretta a rubare: 43enne denuncia 20 anni di maltrattamenti dal marito

Il marito le ha bucato le ruote dell’auto per non farla uscire di casa, lei si è rivolta alla polizia denunciando 20 anni di maltrattamenti e soprusi iniziato dopo la nascita del loro primo figlio.
A cura di Chiara Ammendola
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Ha denunciato 20 anni di maltrattamenti, sia fisici che psicologici, la donna di 43 anni che si è rivolta alla polizia in seguito all'ennesimo atto di violenza da parte del marito. Questa volta l'uomo, 44 anni, aveva deciso di bucarle le ruote dell'auto così da impedirle di uscire di casa, anche per andare a lavorare. A quel punto la moglie, ormai esasperata, ha chiesto l'intervento degli agenti.

Teatro della vicenda la città di Assisi dove ad agire sono stati gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato che dopo una indagine lampo hanno notificato al marito della donna una misura del divieto di avvicinamento alla moglie. I due, stando a quanto ricostruito, sembra che fossero sposati da più di 20, ma dalla prima gravidanza della donna il marito avrebbe iniziato ad assumere nei suoi confronti atteggiamenti ossessivi, vietandole di uscire e costringendola a casa, minacciandola e offendendola. Inoltre, in più di un'occasione, l'avrebbe costretta a commettere dei furti.

Mi costringeva a rubare

Le indagini hanno portato alla luce le "numerose" vessazioni fisiche e psicologiche compiute dall'uomo a partire dal primo anno di vita del figlio, oggi ventenne, fino ad oggi. La procura di Perugia in una nota diffusa sulla vicenda parla di gelosia ossessiva da parte del 44enne che avrebbe provocato, con minacce, aggressioni verbali e offese alla moglie "uno stato di sofferenza, depressione e paura".

Lo scorso giugno l'episodio degli pneumatici forati e la decisione di denunciare il marito che ha portato il giudice per le indagini preliminari a emettere un'ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna e ai figli, nonché ai luoghi di lavoro o quelli abitualmente frequentati dalla persona offesa.

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