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Cesare Battisti è in Italia dopo 37 anni: atterrato a Ciampino, andrà a Oristano

L’aereo con a bordo Cesare Battisti, partito dalla Bolivia, è atterrato all’aeroporto di Ciampino, a Roma. Presenti allo scalo capitolino il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e quello dell’Interno, Matteo Salvini. L’ex terrorista sarà ora trasferito nel carcere di Oristano, dove sconterà l’ergastolo: sarà in cella da solo e per sei mesi in isolamento diurno.
A cura di Ida Artiaco
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È atterrato come da programmi alle 11:30 di oggi, lunedì 14 gennaio, all'aeroporto di Ciampino Cesare Battisti. L'ex terrorista, arrestato in Bolivia quando in Italia era domenica notte, è tornato in patria dopo 38 anni di latitanza e senza passare prima per il Brasile. Le forze dell'ordine boliviane lo hanno consegnato direttamente e immediatamente a quelle italiane. Presenti allo scalo capitolino anche il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e quello dell'Interno, Matteo Salvini. Battisti sarà ora scortato dal Gom, il gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria d'intesa con le altre forze di polizia, fino al carcere di Oristano, dove sarà collocato nel circuito di alta sicurezza riservato ai terroristi, sarà in cella da solo e per 6 mesi sarà in isolamento diurno. Il ministro della Giustizia, Bonafede, ha infatti confermato che Battisti sarà trasferito in Sardegna e non più nel carcere di Rebibbia, a Roma.

Per Battisti ergastolo ostativo

Poi, non si esclude che possa essere trasferito in un istituto di pena in Lombardia visto che sono i magistrati milanesi a essersi occupati della sua vicenda. In ogni caso, il suo è un caso di ergastolo ostativo, ossia senza la possibilità di ottenere benefici nell'esecuzione della pena, almeno se le condizioni non mutano, come hanno spiegato il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso e il sostituto pg Antonio Lamanna.

Salvini: "Ora marcirà in galera"

Sulla vicenda è intervenuto il vicepremier Matteo Salvini, presente allo scalo di Ciampino al momento dell'arrivo di Cesare Battisti. "Ora marcirà in galera. Ha operato indisturbato e per decenni alla faccia dei morti, questa è una giornata all'insegna della giustizia, con l'Italia che ha guadagnato nuova rispettabilità – ha detto in video pubblicato su Facebook -. Grazie alle forze dell'ordine. Oggi l'Italia tutta, senza distinzione di colore politico, deve festeggiare. Sono contento che abbiate potuto vedere queste immagini, un piccolo segnale di ritrovata fiducia e rispetto. Questo è un punto di partenza e non di arrivo. Il mio pensiero va ai familiari delle vittime che vorrei abbracciare nelle prossime ore. Spero di non vedere questo personaggio da vicino". Il ministro della Giustizia Bonafede, ha sottolineato come "nessuno può sottrarsi alla giustizia italiana. Le nostre istituzioni sono compatte e non ci ferma nessuno. Il pensiero va alle famiglie e ai cittadini italiani che hanno voluto questo momento per tanti anni".

Dalla Bolivia all'Italia senza passare per il Brasile

La Bolivia ha applicato l'espulsione immediata di Battisti con l'accusa di ingresso illegale nel Paese. Dunque, il terrorista prima di tornare in Italia non è passato per il Brasile, che pure aveva annunciato l'estradizione. Dettaglio non da poco, questo: Battisti, infatti, una volta in Italia sconterà la pena dei due ergastoli, a cui era stato condannato per i quattro omicidi di cui è stato in parte esecutore e in parte ideatore, commessi tra il 1978 e il 1979. Se fosse passato prima per il Brasile, è probabile che avrebbe dovuto scontare 30 anni di carcere, quindi una pena ridotta, in virtù di un accordo tra Roma e Brasilia, stipulato nel 2016. "In Brasile non c'è l'ergastolo, è vietato dalla Costituzione: per questo l’Italia si è impegnata per garantire che non sarà applicato a Battisti – ha spiegato Raffaele Piccirillo, ex direttore degli Affari di giustizia del Ministero -. Questo è frutto dell’accordo, della cosiddetta condizione accettata, concluso il 5 e 6 ottobre del 2017. Per cui a Battisti, una volta estradato, sarà applicata la pena massima di 30 anni. L'autorità che doveva concedere l’estradizione, ossia il Brasile, ha apposto la condizione legata all'ergastolo e il ministro della Giustizia l'ha accettata". Venendo meno questa condizione, per lui ci sarà la reclusione a vita. "Ringrazio il presidente Bolsonaro – ha detto il vicepremier Matteo Salvini -. È cambiato il clima, altrimenti una conclusione così sarebbe stata impensabile".

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