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Castelli Broker online, l’assicurazione auto è super conveniente… ma c’è la truffa

L’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni non lo ha ancora inserito nell’elenco dei siti irregolari, ma ha già ricevuto diverse segnalazioni, come quella giunta alla redazione di Fanpage.it da un utente che ha pagato una polizza per sei mesi mai arrivata. “Qualche altro poveraccio come me rischia di cascarci, il sito è ancora online”.
A cura di Beppe Facchini
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Occhio alle truffe online per le polizze auto. Come racconta a Fanpage.it Michele (nome di fantasia) in rete è possibile ottenere assicurazioni temporanee a prezzi stracciati grazie alla Castelli Broker srl, società con un sito di intermediazione che sta da tempo ricevendo segnalazioni presso l'Ivass, l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ma che è ancora funzionante e online. “Purtroppo non dipende da noi – rispondono dal numero verde dell'istituto – ma dalle autorità competenti. Noi ‘unica cosa che possiamo è segnalare l'irregolarità del sito e chiedere che venga bloccato”. In attesa che ciò avvenga, dunque, meglio stare attenti. Ma andiamo con ordine.

Michele, che vive in Campania, spiega che “circa un mese, facendo una ricerca su Google per acquistare una polizza con un prezzo competitivo, mi è apparso fra i primi risultati il sito castellibroker.com. Cliccandoci sopra ho visto che proponeva polizze temporanee, anche da trenta giorni, e così ho chiamato il numero di telefono sul sito. Mi hanno chiesto i riferimenti dell'auto e mi hanno detto che potevo fare l'assicurazione di sei mesi per tre-quattrocento euro”. È partita così una trattativa per abbassare il costo, “eliminando magari qualche voce”, e alla fine si è riusciti a trovare l'accordo per 360 euro. Una cifra effettivamente conveniente e che fa gola a Michele, in quel momento alle prese con diverse altre spese e la necessità di risparmiare quanto più possibile. “Mi chiedono di inviare tramite WhastApp il libretto, fronte-retro, e i miei documenti -prosegue-. E poi mi dicono di effettuare il bonifico sulla PostePay dell'amministratrice, Di Tacchio Caterina”. Su broker o assicuratori con questo nome non si trova alcuna informazione in rete: potrebbe trattarsi di un nominativo inesistente o di un furto di identità.

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Dopo aver pagato, intanto, Michele riceve un certificato assicurativo con UnipolSai “che sembrava vero, ma il giorno dopo, facendo un controllo su Infotarga, notavo che il veicolo non era ancora assicurato. Richiamo -prosegue il racconto- e chi mi risponde, con molto garbo, mi dice che non c'è nessun problema, ma è necessario qualche giorno per la registrazione. Intanto eravamo arrivati al giovedì ed io avevo pagato il martedì. E il lunedì seguente, ad ogni modo, il veicolo risulta ancora non assicurato, quindi richiamo -aggiunge- e vengo mandato a quel paese. Poi non mi hanno più risposto, così sono andato dai Carabinieri a sporgere denuncia”.

In seguito alla segnalazione di Michele, il sito castellibroker.com viene oscurato, ma poi “è tornato con il .org, ed è stato anche questo oscurato, e adesso è online con il .net. E intanto, sicuramente, altri poveracci come me ci staranno cascando”. Dall'Ivass, oltre a ricordare che già la richiesta di operare solo per messaggistica, così come quella di effettuare pagamenti su prepagate, possono rappresentare dei campanelli d'allarme per il consumatore, spiegano che al momento, pur non comparendo nell'elenco dei siti irregolari, “su Castelli Broker sono arrivate diverse segnalazioni e il sito non è regolare”, come sottolineano dal numero verde. La lista viene aggiornata costantemente e a breve potrebbe finirci anche il portale in questione, il cui recapito di cellulare è inoltre presente già su alcuni forum di utenti truffati che cercando di mettere in guardia altri consumatori. Ad ogni modo, in caso di dubbi, contattare il numero verde dell'Ivass o della compagnia per la quale si starebbe procedendo potrebbe essere il primo passo per una verifica prima di procedere con i pagamenti.

Provando a chiedere informazioni ai diretti interessati, dal numero presente in home, chi risponde prova a difendersi così: “Ma segnalati da chi? Come avete verificato? Noi siamo certificati a norma di legge. Ci sarà qualche errore. Non siamo noi. Se fossimo stati segnalati avrebbero già oscurato il sito”. Una volta che viene fatta notare anche la questione dei domini cambiati nel tempo, come ha raccontato Michele, la replica è: “Ma cosa sta dicendo? Lasci stare, vada altrove. Non sono spiegazioni che dobbiamo dare a lei, ho da lavorare”. Se in modo regolare oppure no, qualcuno, comprese le autorità competenti, sta già cercando di capirlo.

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