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Carolina Guidetti, influencer che risolve il cubo di Rubik in 10 secondi: “Non siamo solo nerd”

La 23enne bolognese è una campionessa nel risolvere il Cubo di Rubik nel minor tempo possibile. “In media ci metto dieci secondi, ma ci vuole davvero tanto allenamento e tanta dedizione”
A cura di Beppe Facchini
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Una influencer al cubo. Carolina Guidetti, 23 anni, vive in provincia di Bologna ed è una campionessa di speedcubing, una disciplina sempre più diffusa, dove i concorrenti si affrontano nella risoluzione del Cubo di Rubik (e dei twisty puzzle in generale) nel minor tempo possibile. “Ci impiego mediamente dieci secondi” assicura mentre racconta a Fanpage.it la sua storia.

“Ho iniziato in quarta liceo, grazie a un mio compagno di classe Un giorno gli ho chiesto di insegnarmi e lui non voleva, perché diceva che tanto non avrei imparato, che era troppo difficile. Allora per me è diventata una sfida: ho imparato da sola, cercando tutorial su internet, e da lì mi sono appassionata tantissimo, iniziando a fare competizioni già nel giro di un anno”. Ma non solo.

Il Cubo di Rubik è diventato per lei in poco tempo un lavoro a tempo pieno e così oggi Carolina è una nota content creator sui social, diventando una vera e propria divulgatrice su questo mondo vastissimo, ma ancora poco conosciuto. “Nei miei video parlo della mia passione per il Cubo di Rubik e spiego come risolverlo velocemente. Poi sono anche una Rubik's Ambassador, facendo video sulla loro pagina ufficiale”.

Ma come funziona lo speedcubing, sport attualmente non ancora riconosciuto ma che ruota attorno ad un'associazione internazionale (esiste anche quella italiana) che organizza le competizioni? “Ci sono diverse discipline, non soltanto la risoluzione del classico cubo nel minor tempo possibile" spiega Carolina che, dopo due anni di università al corso di Genomics, in seguito al diploma, ha per il momento messo in pausa gli studi. C'è anche la risoluzione con una mano, ad esempio, o da bendati. Poi ci sono anche diversi puzzle e cubi con forme diverse”. Ad albero di Natale, a piramide, con quattro, cinque o tre quadretti per lato, ad esempio. O ancora: esiste il dodecaedro, con dodici facce, “cubi che quando li giri cambiano forma” oppure il cosiddetto cubo fantasma, che si chiama così perché all'apparenza completamente nero, ma “se lo scaldi con le mani compaiono i colori”, precisa Carolina, che continua: “La cosa che facciamo in gara è risolvere il cubo cinque volte di fila, sempre mischiato diverso, e poi si fa la media dei tempi. Quanto lo speedcubing è praticato in Italia? "Si sta diffondendo abbastanza", spiega. "Diciamo che ai campionati italiani abbiamo circa duecento partecipanti”.

“Saper risolvere il cubo in sé non è la cosa più utile del mondo, però sicuramente mi ha insegnato che per raggiungere un risultato ci vuole davvero tanto allenamento e tanta dedizione”. Il talento innato non basta, insomma. “Molti, quando vedono uno che risolve il cubo, pensano sia un genio", prosegue Carolina. "In realtà non è proprio così, perché dietro ci sono ore e ore di pratica. In generale però mi ha fatto viaggiare in tantissime parti del mondo per fare le gare. I miei primi viaggi da soli li ho fatti grazie allo speedcubing, conoscendo gente di ogni nazionalità”.

“All'inizio mi prendevano in giro tantissimo, sia i compagni di scuola che i professori. Mi dicevano basta con questo cubo. C'è sempre lo stereotipo che sei chiuso tutto il tempo in casa, che non hai una vita sociale, che sei un super nerd perché tutto il giorno giri un cubo e le persone non capiscono cosa ci sia di bello. Per loro sembra di fare sempre la stessa cosa. Ma anche per questo ho iniziato a fare video sui social, per dimostrare che in realtà è un mondo molto figo, molto bello. E che non devi essere uno sfigato per fare il cubo”.

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